Ho cominciato a leggere questi albi a fumetti, scritti e disegnati da una giovane donna iraniana, con grande curiosità, ma non immaginavo di venirne catturata in modo così totale.
Li ho letti d'un fiato, come a suo tempo mi era successo con
Maus di Spiegelman.
E non è un caso: hanno parecchio in comune.
Entrambi gli autori regalano ad argomenti estremamente tragici il tocco lieve del loro tratto un po' naif
Spiegelman con l'accorgimento di usare animali invece che persone, Satrapi con un disegno un po' infantile ma allo stesso tempo drammatico.
Marjane Satrapi è nata nel 1969 sulle rive del Mar Caspio, è vissuta a Teheran, a Vienna, Strasburgo, Parigi.
Persepolis è la storia della sua vita.
Il primo volume inizia nel 1980 quando l'autrice aveva dieci anni, lo scià era stato deposto e la "rivoluzione islamica" aveva cambiato completamente la realtà del Paese.
La piccola Marjane che l'anno precedente frequentava una classe mista in una scuola francese e laica si ritrova velata e separata dai suoi compagni.
Da quel momento in poi si assiste al progressivo imporsi dell'estremismo religioso fino allo scoppio della guerra contro l'lrak con cui si chiude il primo
volume.
Nel secondo volume la situazione sempre più drammatica convince i genitori di Marjane, laici e progressisti, a separarsi dalla figlia ormai quattordicenne e a mandarla all'estero.
Aspetto con ansia la pubblicazione del terzo volume: questo spaccato di vita familiare mi ha
aiutato a capire la storia dell'Iran più di tanti articoli o saggi paludati.
NICOLETTA PARDI
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