home album
vignette
cose
vostre
maestri
humor
mp3
per te
stanze
ospiti
alter
altus
politica
fumetti
links
amici

emporio

 

 

 

Suor MADDALENA BONGIOVANNI FMA

 

nata a Saluzzo (Cuneo)           6.04.1904
battezzata a Saluzzo                                        9.04.1904

cresimata a Saluzzo                                      

10.05.1914
1^ Professione a Pessione (Torino)                  6.08.1927
deceduta a Roppolo Castello (Vercelli)  dopo 61 anni di vita religiosa   24.10.1988

 

 

        Sr. Maddalena nacque in una famiglia di agricoltori e da loro eredita l’inalterabile pazienza: virtù tipica di chi vive a contatto con la natura, ne conosce la forza di vita che sprigiona, sa rispettare i ritmi della crescita e attendere pazientemente le esigenze di ciascun ritmo.

    Infatti molte suore che condivisero con lei la vita religiosa nelle varie comunità sono concordi nell’evidenziare  la sua “umile e inalterabile pazienza” e con questa “il dominio di se stessa nei momenti cruciali, la modestia nell’esercizio dei suoi talenti, priva di esibizionismo, la laboriosità che la rendeva creativa nelle varie attività, la bontà comprensiva per cui si faceva amare.

                

                                            Ambiente familiare

       Non abbiamo notizie particolari riguardanti la fanciullezza di Sr.Maddalena, ma due testimonianze autorevoli ci mettono a conoscenza dell’ambiente sereno che accolse lo sbocciare della sua vita, ne temprò il carattere e maturò le risorse spirituali dell’anima.

       L’Economo spirituale della Parrocchia dei Santi Martino e Bernardo di Saluzzo dove nacque Maddalena, nel documento richiesto per l’accettazione nell’Istituto, scrive:

“Il sottoscritto D. Renieri Lodovico, è ben lieto di poter con tutta sicurezza dichiarare che la Signorina Maddalena Bongiovanni... ha sempre tenuto una condotta veramente esemplare, frequentando con assiduità i S.Sacramenti.

   Appartenente ad una famiglia patriarcale di sani, robusti ed anche agiati agricoltori in cui la religione e il buon costume sono veramente tradizionali, ricevette dai suoi genitori i più sani principi religiosi e morali che non mancheranno di dare i loro frutti.

Augurandomi che venga accettata tra le suore di D.Bosco sono intimamente persuaso che farà ottima riuscita”.

       Una suora, che visse intimamente con Maddalena e i suoi familiari, scrive: “Sr. Maddalena nacque penultima di una numerosa famiglia contadina, dignitosa e profondamente religiosa. Il padre Lorenzo era uomo gradito a tutti per la sua bontà comprensiva, il suo equilibrio e la saggezza dei suoi consigli.

     La mamma Caterina era donna sempre disposta ad aiutare chiunque e tutta dedita alla famiglia”.

 

    Dalle due testimonianze citate si evidenzia che la famiglia Bongiovanni, economicamente ben avviata in una cornice di armonia, di pace e di serenità, era tale da far pensare che “se la radice dell’albero ha così buon fondamento, i suoi frutti non potevano mancare di essere fondamentalmente buoni e moralmente virtuosi”.

Casa natale in Via Monviso a Saluzzo

                                                     Vocazione

 

          Non conosciamo le vie misteriose tracciate dal Buon Dio per condurre la giovane Maddalena ad orientare la sua vocazione al nostro Istituto, poiché a Saluzzo non vi erano Case delle FMA.

        Può essere stato il parroco stesso a indirizzare la sua giovane parrocchiana alle nostre Case poiché, dalla sua lodevole presentazione fatta, si intuisce che conosceva le suore di Don Bosco, come lui le chiama.

 

Sr.Maddalena ci ha lasciato brevi notizie riguardanti la sua vocazione:

Prima di entrare in Congregazione ero casalinga, appartenevo ad una famiglia

 contadina.

Facevo parte di un gruppo di giovani “impegnate” (come si dice oggi) e la loro amicizia mi aiutava a mantenermi buona e a dedicarmi agli altri.

 

Frequentavamo insieme la parrocchia e poiché io avevo imparato a suonare l’armonium, all’occasione sostituivo l’organista durante le funzioni di maggio o altre feste ricorrenti.

La mia cultura, data la mentalità di quei tempi si era fermata alla quinta elementare.”

 

Il 31 gennaio 1925 venne accolta nella Casa “Maria Ausiliatrice” 27 di Torino per ricevere la medaglia e la mantellina, segni esterni del cammino da percorrere nella prima fase formativa.

 

A Giaveno, sede di Postulato dell’Ispettoria Piemontese, maturò i momenti più decisivi della sua vocazione.

   Il 5 agosto dello stesso anno venne ammessa alla Vestizione e quindi, nel Noviziato di Pessione sotto la guida della Maestra Madre Adriana Gilardi e dell’assistente Madre Giuseppina Gemello, continuò il suo lavorio spirituale che la portò ad essere FMA il 5 agosto 1927.

 

   Sr.Maria Tamagnone scrive: “Fui con Sr. Maddalena nella Casa di Postulato a Giaveno e in seguito nel Noviziato a Pessione.

Nonostante siano trascorsi molti anni da allora e le vicissitudini della vita ci abbiano fatto incontrare solo saltuariamente, pure la sua figura di postulante e di novizia non si è cancellata dalla mia memoria.

   La ammiravo a Giaveno, umile, servizievole, buona, sempre serena, sorridente, allegra; stava allo scherzo e partecipava volentieri alle ricreazioni dove portava il suo contributo con vivaci e creative arguzie.

Suonava il pianoforte e sovente accompagnava con l’armonium i nostri canti in chiesa.

Ammiravo la sua umiltà e semplicità nel passare dal pianoforte agli umili lavori di casa a

cui era addetta”.

 

   Anche Sr. Clarina Cordero ricorda Sr. Maddalena quando era assistente delle Novizie a Pessione:

“...La ricordo sempre serena e sorridente. La sua calma non veniva mai meno neanche nei momenti di maggior tensione. Si distingueva e ci era di esempio per il suo profondo raccoglimento nelle pratiche di pietà; tante volte ebbi occasione di ammirarla mentre pregava perché percepivo che la sua non era preghiera detta a fior di labbro, ma veniva dal profondo dell’animo”.

   

                                            Vita apostolica

 

Carignano (TO) Casa “Convitto Operaie” accolse le primizie del lavoro apostolico di Sr.Maddalena quando vi giunse nel mese di agosto del 1927.

Vi rimase fino al 1931 come assistente delle giovani operaie e maestra di musica e canto.

In un foglietto volante, senza data e abbastanza sgualcito dal tempo, troviamo scritti dei propositi che fanno pensare siano scaturiti agli inizi della sua vita religiosa:

“Voglio donare al mio Dio un amore totale; per questo:

· vigilerò per conservare unicamente per Lui la primavera del mio cuore

· vigilerò per essere costante nel lavorio di me stessa per estirpare dal cuore ciò che 

  a Lui dispiace

· vigilerò perché nessuna creatura venga a frapporsi al mio amore per Dio

· vigilerò per non lasciarmi cogliere dalla tiepidezza che rallenti la mia amicizia con 

   Gesù”

 

Signore, fa’ che ti ami per te stesso e non per la mia consolazione; fa’ che

amandoti cerchi sempre la tua volontà e non la mia”.  

 

 

   Nel 1931 Sr. Maddalena venne trasferita nella Casa Convitto di Torre Pellice con la mansione di assistente e negli anni 1932—1934 fu nella Casa di Giaveno con l’incarico di maestra di musica, di sarta e di guardarobiera.

    E’ di questi anni di permanenza a Giaveno la testimonianza di Sr. Pierina Bosco: “Un ricordo particolare mi lega alla carissima Sr. Maddalena e risale agli anni della mia adolescenza, io l’ebbi insegnante di musica e canto. 

    Ero vivace ed esuberante e spesso mettevo a dura prova la sua pazienza. Fu quest’esercizio di inalterabile pazienza che mi conquistò e mi aiutò, prima a moderare la mia vivacità, poi a suscitare in me il desiderio di seguirla nella consacrazione. 

   Quando essa intuì il mio desiderio di consacrarmi a Dio, mi aiutò con rispetto e delicatezza. Il suo esempio fine ed educato fu più eloquente delle parole. Mi colpiva in particolare la sua umiltà nel non mettere mai in rilievo i suoi doni: possedeva una voce dolce e melodiosa e un buon talento musicale, ma tutto ciò esercitava solo per obbedienza, come intuivo dal suo modo di fare.

   Nei brevi incontri, sempre carichi di affetto e riconoscenza, che ebbi con lei in seguito, amavo richiamare alla sua memoria le mie birichinate di adolescente; lei sorrideva e continuava (come per riprendere un discorso momentaneamente interrotto) il suo richiamo alla carità paziente e benevola.”  

 

   Dal 1934 al ‘37 fu nella Casa di Alba città, sempre come insegnante di musica e canto. La sua duttilità di carattere, la prontezza nell’obbedienza, la praticità di lavoro, furono doti che sollevarono sempre le Superiore nei momenti di particolare difficoltà dei trasferimenti di personale: in lei potevano contare perché la trovavano sempre pronta alla risposta generosa.  

Le sorelle Anna (Neta), Lucia, Domenica, Maddalena, Caterina (Ninin), Rosa

 

   Le testimonianze sono concordi nell’affermare che Sr. Maddalena non si è mai smentita nella sua adattabilità a circostanze sia favorevoli che sfavorevoli e senza creare difficoltà.

   Dal 1937 al 1954 passò nelle Case di Giaveno Pensionato, di Torino Pensionato e di Pessione. In quest’ultima Casa di Noviziato ebbe l’incarico di assistente delle Novizie e insegnante di musica. 

   In quel tempo tra le sue assistite vi era pure la nostra attuale Madre Generale, Madre Marinella Castagno, la quale, in una visita a Roppolo quando Sr. Maddalena era ormai al tramonto della vita adagiata in una carrozzella, la rivide con grande piacere, si commosse anche e volle posare una foto ricordo con lei.

   In questo arco di tempo le numerose testimonianze di Novizie, oggi FMA, esprimono riconoscenza per gli esempi edificanti ricevuti da Sr. Maddalena. 

 

Dicono:

“...Fu un’assistente di una religiosità mai smentita. Infatti era tale non solo nelle giornate normali, ma anche quando l’assillo di un lavoro o di una festa da preparare metteva a cimento la pazienza di tutte; proprio in questi casi si notava in lei un tale dominio su se stessa che edificava...”

 

“...Era modesta e distaccata dai doni di cui l’aveva dotata. Nessun esibizionismo ma quell’attenzione necessaria e utile richiesta dalle circostanze”.  

“...Era per noi novizie un modello paragonabile alla nostra Madre Maria Mazzarello: generosa, senza ostentazione, dolce senza debolezze, sacrificata senza palesare la sua fatica, ottimista senza compromessi, semplice senza infantilismi”.

 

“...Ricordo il suo volto sereno, il cuore sempre pronto ad accogliere chiunque le si avvicinasse, capace di correggere senza mai umiliare. Ci voleva disinvolte, umili, generose e otteneva quanto da noi desiderava per la sua costante gioia; testimoniava con la vita quanto insegnava con le parole. A distanza di anni ho ancora vivi in me i suoi insegnamenti che mi sforzo di praticare”.

 

"...Sr.Maddalena è stata, durante il Noviziato, la mia salvezza. Amavo il canto e la musica e desideravo tanto di essere avviata a questo studio ma mi vidi esclusa. Per questo motivo soffrivo tanto. Confidai la mia pena a Sr. Maddalena e in lei trovai conforto e forza per superare la prova. La sua parola semplice, calma, carica

di umanità e comprensione, mi ha equilibrata e aiutata a vivere la mia vita religiosa più serenamente e anche con più coerenza”.  

"..Vorrei avere più capacità di espressione per descrivere la grande riconoscenza che mi lega a Sr. Maddalena. In Noviziato ebbi molto a soffrire a causa di lettere che ricevevo dalla mamma contraria alla mia vocazione. Sr. Maddalena, sempre vigile, e con il suo intuito materno s’avvide della mia sofferenza e con dolcezza e carità seppe consolarmi e incoraggiarmi. A lei debbo la mia perseverante fedeltà alla mia vocazione”.

 

"..Sr. Maddalena, da buona sorella maggiore, correggeva i difetti di noi novizie, le nostre irriflessioni, perché ci voleva semplici, schiette, esemplari, ma lo faceva con cuore aperto o sapeva perdonare. La sua bontà comprensiva mi ha anche aiutata a superare una crisi di sconforto e di dubbio che mi tormentava. I suoi incoraggiamenti continuarono a sostenermi ancora lungo la mia vita religiosa”.  

"..Non dimenticherò la sua bontà mai smentita della mia assistente di Noviziato: Sr. Maddalena.  Ero ormai sul campo di apostolato da diversi anni quando fui provata dal dolore della morte della mia cara mamma. Sr. Maddalena, avutane notizia, nonostante avesse già cambiato Ispettoria, venne di presenza a confortarmi, non solo, ma volle accompagnare lei stessa i canti della Messa di sepoltura”.

 

   Sr. Caterina Solavagione dice: “Sr. Maddalena era la mia assistente di Noviziato a Pessione. Era sempre attenta, premurosa ad ogni necessità, attiva nel disimpegnare il suo ufficio, sorridente e cordiale con tutte anche quando, come la sottoscritta, si combinava qualche guaio. Non perdeva mai la pazienza, sapeva dominarsi e perdonava con un bel sorriso che metteva in cuore forte desiderio di essere migliore”.

 

    Sr.Giuseppina Manfrinato conserva in cuore un ricordo tanto riconoscente e incan- cellabile di Sr. Maddalena, che la fa esclamare: “Oh, la mia cara e indimenticabile Sr. Maddalena! Fu per me una seconda mamma. Era la mia assistente di Aspirantato a Pessione. Per vari motivi dovetti trasferirmi a Torino e qui continuare l'Aspirantato e il postulato. Sr. Maddalena veniva a trovarmi sovente, si interessava del mio stato di salute fisica e morale e cercava di soddisfare le mie necessità. 

       Mi incoraggiava ad attendere la Vestizione con tanta speranza e abbandonata alla Volontà di Dio. Mi diceva: Dio è fedele e se chiama un’anima a seguirlo darà pure gli aiuti necessari per giungere alla meta. Durante il Noviziato fui provata nella salute e lei mi fu particolarmente vicina con comprensione e incoraggiamento. Tutte le mattine, con delicatezza materna, mi preparava un uovo sbattuto, per ridarmi forza fisica e ristabilirmi per la Professione che raggiunsi felicemente. “

 

   Una suora che visse 11 anni in Comunità con Sr. Maddalena, afferma: “Sr. Maddalena nei mesi estivi era incaricata a dirigere la colonia di Pramartino; era amata e stimata da tutti per la sua bontà e gentilezza di modi. Nulla sfuggiva ai suo sguardo attento. 

   Nelle correzioni faceva seguire parole d’incoraggiamento così sagge e misurate che persuadevano a non commettere più lo sbaglio e faceva esclamare: “Sr. Maddalena ha un modo tale di dire le cose che non umilia e non mortifica, ma persuade dell’errore commesso e porta al pentimento e ai desiderio di migliorare.

 

   Un’altra testimonianza: 

  “Ero neoprofessa quando mi incontrai con Sr. Maddalena, già mia assistente di noviziato, nella colonia di Pramartino, dove potei apprezzare più e meglio la sua capacità di soffrire, il suo profondo spirito di preghiera e di Fede. 

   Un mattino alla S.Messa mi astenni dall’accostarmi alla S.Comunione. Sr. Maddalena lo notò e dopo la S.Messa mi avvicinò e con tatto e delicatezza mi disse:

    “Il non accostarsi ai Sacramenti è un torto che facciamo a noi stessi perché ci pri- viamo di un aiuto forte di cui abbiamo sempre bisogno. Certe mattine anch’io mi alzo con l’animo sconvolto e vorrei non accostarini alla Comunione, ma penso che solo Gesù può darmi la forza di ricominciare la giornata e compiere bene il mio dovere”. Quanto bene mi fecero quelle parole! A distanza di 30 anni le ricordo e ne faccio tesoro”.

   

 

   Dall’anno 1954 al ‘59 lavorò nella Casa di Torino Agnelli come segretaria della Scuola; dal 1959 al ‘61 la troviamo nuovamente a Giaveno Pensionato e dal 1961 al ‘67 a Chieri S.Teresa, Vicaria e insegnante di musica e canto.  

   Della sua permanenza a Chieri abbiamo testimonianze di diverse suore; scrive una: “Vissi alcuni anni con Sr. Maddalena a Chieri e sempre la stimai una suora buona, semplice, disponibile, sorridente, alla portata di tutti. Sapeva farsi voler bene”.

 

   Sr. Consolata Alessio testimonia: “Di Sr. Maddalena ho un ricordo legato ai primi anni di formazione a Chieri. Durante l’anno di Juniorato è stata la mia paziente maestra di musica che sapeva comprendere e amare formando. Il suo animo delicato e sensibile sapeva cogliere il bello e il buono da tutto e da tutti e sottolinearlo in modo arguto e intelligente. Affettuosa, delicata, riconoscente verso le Superiore che amava con cuore filiale e di loro parlava sempre con profonda stima”.

 

   Un’altra suora la descrive così: “A Chieri, dove mi trovavo per lo Juniorato, ho conosciuto Sr. Maddalena. Per me è stata la persona più ottimista ch’io abbia conosciuto! Sempre serena, suonava e cantava volnetieri; era un’anima di Dio e lo lasciava trasparire dalla sua persona. Prudente, ferma nelle sue decisioni, retta, capace di finezze fraterne con le suore giovani”.

 

   Altra: “Fui di casa a Chieri nel periodo in cui Sr. Maddalena era Vicaria.  La ricordo paziente, buona, comprensiva e soprattutto prudente. Ebbi anch'io occasione di mettere a prova le sue virtù: per difficoltà d’ufficio che non seppi superare, diedi sfogo all’impulsività del mio carattere. 

   Sr.Maddalena assistette a questi miei sfoghi. Calmata un poco la bufera mi avvicinò con serenità e comprensione, mi parlò di fede, di carità e fece ritornare la pace nel mio animo. Chiuse poi nel cuore questo fatto e mai nessuno seppe l’accaduto”.

 

    Le lodevoli qualità di carattere riscontrate dalle suore che vissero con Sr. Maddalena e da loro elogiate, quali: la pazienza, l’amorevolezza, la generosità, ecc., non erano solo frutto di una natura felice avuta in eredità, ma il risultato di uno sforzo di padronanza di sé, di superamento dei propri limiti, di perseveranza nei suoi propositi. Questo lei stessa lo confidò a chi la guidava spiritualmente col desiderio di perfezionare la propria donazione a Dio. 

 

   Lo conferma anche questa preghiera alla Madonna da lei fissata in una paginetta del notes in cui scriveva i suoi pensieri intimi: “O Maria, ch’io sia tutta e SOLO del Signore! Distaccami da tutto ciò che non è per Lui... nel modo che a te piace, senza riguardo alla mia sensibilità, al mio orgoglio”.

   E ancora: “Grazie, Signore, anche per questa piccola umiliazione. E’ una nuova luce che mi fa scoprire le mie lacune ed è bene che siano conosciute da chi mi avvicina e mi aiuta spiritualmente. Dammi sempre l’intuizione di capire la verità, anche se dolorosa: mi sarà medicina per la correzione. Aiutami a non risentirmi, a non offendermi, ma dammi forza di dirti sempre: “Grazie Gesù!”.

 

    Il forte potenziale di energia spirituale che favoriva Sr. Maddalena e le assicurava la riuscita nell’attività diverse, nell’anno 1967 indusse le Superiore ad affidarle la direzione della nuova opera in S.Benigno Canavese che comprendeva: Scuola Materna, Oratorio festivo, Catechesi parrocchiale e l’annessa Casa di Riposo per anziani e pensionati. 

   L’opera non era di nuova fondazione ed era diretta dalle Suore Immacolatine di Ivrea, ritiratesi in quell’anno. A chi subentrava in un campo apostolico già avviato erano richieste virtù non comuni: intelligenza, attitudine, prudenza, adattamento, forte intuito. Tutto ciò possedeva Sr.Maddalena e con animo forte e deciso, ma nello stesso tempo prudente e soave, si prodigò in modo mirabile a dare vita all’Opera, lasciata decadere a causa di forti contrasti da parte di chi avrebbe dovuto cooperare al suo fiorire. 

   In breve tempo l’oratorio festivo e la Scuola Materna ebbero un forte impulso di vita nuova e anche gli anziani della Casa di Riposo trovarono in lei la sorella buona che sapeva confortare e sollevare il loro morale col suo dialogo arguto e cordiale.

 

   Sr. Chiara Talamanca, Segretaria ispettoriale, avendo conosciuto in quegli anni Sr. Maddalena, così la descrive: “Umile, ossequiente, con il volto sempre atteggiato al sorriso sapeva farsi benvolere da tuti: suore ed esterni. I suoi occhi limpidi erano espressione di innocenza, di candore, di fanciullezza spirituale. Era buona ma esigente quando si trattava della gloria di Dio e, prima di tutte era esigente con se stessa. Amava l’Istituto e le Superiore lavorando con zelo ovunque l’obbedienza la metteva, anche a costo di sacrifici”.

 

 

   Nel 1969 diverse Case del Canavesano dell’Ispettoria Piemontese “Maria Ausiliatrice” passarono all’Ispettoria Vercellese “Madre Mazzarello”; tra queste anche S.Benigno Canavese. In quest’occasione Sr. Maddalena dimostrò di essere donna di fede e di possedere il senso di appartenenza all’Istituto.

   Così scrive una testimonianza: “Chiudendo in cuore la pena del distacco dall’Ispettoria che tanto amava e che l’aveva accolta aspirante alla vita religiosa, dalle Superiore che l’avevano seguita passo passo fino al suo pieno realizzarsi, da donna forte e piena di fede incoraggiò anche noi ad accettare la nuova disposizione delle Superiore senza rimpianti sul passato e ad offrire la sofferenza per l’espiazione sociale nella certezza che la nuova via da percorrere era tracciata dal buon Dio per la realizzazione del suo progetto d’amore”.

 

   Nel 1971 l’obbedienza la trasferì nella Casa di S.Giusto Canavcse, località distante pochi Km da S.Benigno, direttrice della Casa di Riposo. Le annotazioni personali trovate tra le sue carte svelano e confermano la sua fede profondamente ancorata in Dio. 

   Scrive: “O Signore, quanto è necessario ch’io impari ad amarti senza alcun interesse. L’amore non sta nei gusti spirituali, ma nella perfetta uniformità alla tua volontà anche quando questa non è congeniale alla mia. Signore, fa’ ch’io sappia seguire il tuo volere con grande serenità e pace”.

 

   Sr.Maria Zannini, infermiera della Casa di Riposo di S.Giusto che fu fedele e affe- zionata collaboratrice di Sr. Maddalena per 11 anni nella conduzione di quell’opera non priva di difficoltà, scrive con tenerezza di figlia riconoscente:

“Subito stimai Sr. Maddalena, come persona intelligente, aperta agli altri, realista, di vedute larghe sapeva prendere ognuno com’era e non s’arrestava di fronte alle difficoltà. 

   La Casa, allora, era priva di attrezzature indispensabili al suo buon funzionamento ed era impossibile provvedere alla ristrutturazione per le ristrettezze economiche in cui versava. 

  Sr. Maddalena, approfittando delle numerose conoscenze di persone facoltose che aveva a Torino e altrove e presso le quali godeva stima e benevolenza, in accordo con il Parroco da cui dipendeva l’Opera, chiese loro aiuto e trovò subito valida risposta che servì, a dare nuovo impulso alla Casa e renderla più confortevole agli ospiti che Sr. Maddalena desiderava vedere sereni e contenti sotto ogni aspetto. 

    Parlava molto con loro, s’industriava per alleviare loro il distaccco dalle loro famiglie e per questo, lungo la giornata, trovava spazi di tempo per accompagnare col pianoforte o l’armonium qualche loro canto, unendo anche la sua bella voce. Con lei i pensionati si sentivano sicuri, ben protetti perché aveva occhio in tutto e per tutto. 

   Anche il personale di servizio trovava presso di lei comprensione e rispetto. Per rendere più solenni le celebrazioni liturgiche in parrocchia, si offrì pure a suonare l’organo. 

    Anima di pietà amava pregare e stare unita a Dio e aiutava tutti a pregare bene e animava alla devozione alla Madonna, a S.Giuseppe, a Gesù Eucaristia. 

   

    I suoi giudizi sugli altri erano sempre improntati a carità. Si sarebbe detto che era naturale per lei voler bene a tutti. Sebbene non più giovane (aveva 67 anni) svolse a S.Giusto la sua attività di animatrice con energia e spirito giovanile”.

 

   Un’altra suora ricorda la carità di Sr. Maddalena: “Sr. Maddalena era fervorosa, com- pita nei suoi atti, equilibrata, di portamento distinto, sempre sorridente, disponibile, caritatevole. La conobbi così fin dal Noviziato in cui l’ebbi per assistente. Un fatto doloroso che colpì me e la mia famiglia me lo conferrnò maggiormente:

   Il mio fratello più giovane che non si era sposato per vivere con la mamma e aiutarla negli ultimi suoi anni, venne colpito da un terribile tumore che in pochi giorni lo portò alla tomba. Nessuno di noi, quattro figli, aveva il coraggio di comunicarlo alla mamma, temendo per il suo fragile stato di salute. 

   Mi rivolsi a Sr. Maddalena, allora Direttrice nella Casa di Riposo a S.Giusto, e lei accorse immediatamente e convinse la mamma di andare con lei a S.Giusto nella Casa di Riposo. Qui a poco a poco la preparò ad accettare il grande dolore e nei cinque mesi che vi rimase la circondò con atti di squisita bontà, con affetto come fosse stata la sua mamma. Fu il suo vero angelo custode e io non la dimenticherò mai!”

targa_professione.jpg (42808 byte)

   Un’altra suora dice: “Fu brava maestra di musica, ma seppe vibrare di carità per aiutare chi ne aveva maggior bisogno. Valendosi della sua influenza sui dirigenti della FIAT si interessò per sistemare giovani Salesiani che non avevano perseverato. 

    Le stava a cuore anche la sistemazione di giovani che dovevano formarsi una famiglia, consigliava e interveniva concretamente”.

 

   Sr. Maddalena possedeva solidità di affetti e di sentimenti come lo rivelano le testimonianze:

“Rividi Sr. Maddalena a distanza di anni; ma nulla in lei era cambiato in mio favore: lo stesso interessamento premuroso per la mia salute fisica o soprattutto per il mio stato spirituale, era la stessa religiosa fervente e osservante della Regola”.

 

   Sr. Consolata Alessio, della quale è già stata citata una testimonianza, continua:

“Incontrai dopo molti anni Sr. Maddalena nella Casa di Riposo di S.Giusto. Mi accolse con il calore e amore dei primi anni, segno della sincerità e radicalità della benevolenza che ci dimostrava”.

 

   Un’altra conferma: “Lavorai con lei in Noviaizto di Pessione, poi le circostanze varie non ci fecero più incontrare se non a distanza di anni, ma in lei ritrovai ancora la religiosa dolce e serena, umile e dignitosa, fervente ed entusiasta della sua vocazione; mi accolse con effusione festosa che mi riempì il cuore di santa letizia”.

 

In visita a Saluzzo con le sorelle Domenica e Rosa, il fratello Lorenzo e la cognata Maria Mana

   Nel 1977, terminato il 2° sessennio di animatrice di Comunità, non venne trasferita ad altra Casa ma rimase a S.Giusto con l’incarico di aiuto all’Amministrazione.

   La sua attività, però, andò a poco a poco diminuendo: il suo fisico logoro dalle fatiche e dagli anni, (aveva 73 anni), incominciò a dare segni di decadimento.

   Prime ad essere colpite furono le gambe che la costringevano a passare lunghe ore della giornata seduta su una poltrona, senza tuttavia impedirle il suo lavoro di contabile.

   Seppe accettare e vivere con coraggio e gioia questa realtà, fino a quando, nel 1983, in conseguenza del ridimensionamento dell’Ispettoria indussero le Superiore a ritirare le Suore da quell’opera che, ormai consolidata, poteva continuare il suo funzionamento anche senza l’intervento delle religiose.

   Il 27 novembre 1983 le Superiore la trasferirono nella Casa di Riposo di Roppolo dove continuò la sua penosa e sofferta purificazione durata ben 5 anni.

    La salute di Sr. Maddalena peggiorava di giorno in giorno; oltre l’infermità delle gambe la colpì l’arteriosclerosi che danneggiò il suo spirito rendendolo da lieto, arguto, piacevole qual era, di una tristezza penosa sempre immersa nel pianto e nello scrupolo che le procurò pene indicibili.

 

   La testimoninza di una suora si ferma a tratteggiare la figura interiore di Sr. Mad- dalena in quegli ultimi anni di vita; “Carattere forte e mite, con la sua bontà sapeva conquistare i cuori. 

    Ha formato per l’Istituto molte Vocazioni; per la sua giovialità infondeva serenità, ottimismo, buon umore. Nella sua anzianità e malattia venne lentamente purificata.

    Sofferse, soprattutto, la solitudine, il timore di non salvarsi, quindi la depressione e tante lacrime che straziavano il cuore a chi le viveva accanto. 

   Solo la lettura di qualche brano del Vangelo la rincuorava e la sollevava. Amava tanto le sue consorelle ed il suo volto si illuminava di gioia e di riconoscenza quando qualcuno le donava un po’ di tempo per farle compagnia. 

   Era un’anima di tanta preghiera e umile; quando s’accorgeva d’aver offeso qualcuno subito si umiliava chiedendo perdono. Amava teneramente la Madonna e proprio come dono di questa sua filiale devozione venne l’Ausiliatrice a introdurla nel suo Paradiso nel giorno 24 a Lei dedicato”.

 

   Il Parroco di S.Giusto Don Piero Gremo, aveva avuto modo di conoscere ed apprezzare Sr. Maddalena nei suoi 12 anni di presenza nella sua parrocchia e di valersi delle sue capacità, non solo di organista nelle funzioni religiose, ma soprattutto  della sua validità di collaboratrice nelle varie attività apostoliche della sua parrocchia. 

   Lo legava a lei una santa spirituale amicizia, non interrotta dalla lontananza e dalla malattia, come ce lo rivela la corrispondenza da Sr. Maddalena conservata nei suoi ultimi anni vissuti a Roppolo. 

 

   Stralciamo dalle lettere del parroco:

“22 febbraio 1985: ...Non mi dimentico di lei, cara Sr. Maddalena, le sono immensa— mente grato per tutto quello che ci ha donato in passato; la metto ogni mattina nel calice della Messa (senza musica) ed è quindi ancora con noi. 

La prego, non pianga e non si senta inutile, forse adesso può aiutarci più di prima, resti salda come una roccia, come Maria ai piedi della croce...”

     In data 2 giugno dell’86 scriveva: “ho ricevuto il suo SOS e l’ho ritrasmesso alla

Vergine Consolatrice perché l'aiuti ad appoggiarsi tutta a Dio. 

Tristezza e angoscia l’ha provata anche Gesù nell’orto degli ulivi, ma ha detto al Padre “Non la mia, ma la tua Volontà si compia...  Vorrei invitarla a dire con me: Gesù, fammi umile, umile, da accettare di essere servita, di dover dipendere in tutto come Tu disponi, di essere considerata uno straccio... 

   Dammi il coraggio di tua Madre vicino alla croce, dammi uno sguardo sereno e senza lacrime per guardarti crocifisso e offrirti il mio piccolo sacrificio. Gesù le sta preparando il Regno e deve fare il chirurgo con il bisturi e togliere dalla sua anima ogni incrostazione”.

 

     Le suore anziane e ammalate a Roppolo, testimomi della lunga e penosa sofferenza fisica e spirituale di Sr. Maddalena, sono unanimi nell’affermare che solo nella fede poteva trovare La risposta a tanta sofferenza e le intenzioni, da lei espresse nei momenti di tregua dal male, rivelavano la preziosità di tale accettazione; le vocazioni, la Chiesa, l’Istituto, le Superiore.

 

    Sr. Maria Barladi, una delle infermiere della Casa di Roppolo, testimone del distacco dalla terra di Sr. Maddalena per l’incontro con l’eternità, descrive il termine della sua esistenza donata e vissuta per Dio, con espressioni vive e significative:

“Era il 24 ottobre 1988, una giornata di sole autunnale: scoccavano le 11.30; le suore in Cappella cantavano “Maria Auxilium Christianorum” al termine di ogni decina del Rosario, quando Sr. Maddalena quasi senza accorgersene diede l’ultimo respiro. Poco prima mi aveva detto: “Di’ alla Madonna che mi aiuti a morire bene, sai che io ho sempre paura quando penso alla morte”. 

   Io le dissi: e adesso ha paura? “No, no, adesso, no”, mi rispose. 

 

   La Madonna venne a prenderla in un attimo senza farle sentire quella paura che lei temeva tanto. Più volte durante la malattia le ho cantato:”Tienimi per la mano, o Mamma buona...” e Sr. Maddalena mi diceva: “Cantala ancora, mi dà tanto conforto”. Ed io la ripetevo fin che la vedovo assopita e tranquilla. 

   La Madonna buona venne a prenderla liberandola da quella angosce e tristezze che negli anni in cui fu a Roppolo la fecero tanto soffrire. Furono certamente la sua croce e la sua purificazione. Versò molte lacrime, ma queste non le impedirono mai di essere lepida e scherzosa. 

 

   Amava lo scherzo e sapeva persino ridere di sé stessa e delle sue tristezze che chiamava malattia ed era davvero così. Nell’immobilità della morte ha conservato il suo bel sorriso dei momenti migliori e pare dica scherzosa: “Te l’ho fatta, quando meno te lo aspettavi io sono scappata con la Madonna”.

 

    Furono molte le persone di S.Giusto e le suore che vennero a visitare la sua salma composta nel silenzio della morte. La messa esequiale fu concelebrata nella Cappella della Casa di Roppolo, presente anche il parroco di S.Giusto Don Piero Gremo. 

   Poi la salma fu trasportata a Saluzzo sua terra natale e sepolta nella tomba di famiglia.


tomba_famiglia_bis.jpg (39445 byte)

tomba_singola.jpg (53381 byte)

RESIDENZE

1927                  1931  Carignano Convitto       Assistente convittrici
1931                       1932          Torre Pollice    Assistente  convittrici

1932             

1934   Giaveno Istituto             

Assistente – sarta - guardarobiera

1934                           1937                  Alba città       Insegnante musica e canto
1937  1940         Giaveno Pensionato               Insegnante musica e canto e lavoro
1940                          1942 Torino Pensionato             Assistente  
1942           1954         Pessione Noviziato                 Assistente  e insegnante
1954          1959              Torino Agnelli           Segretaria

1959       

1961    Giaveno Pensionato  Insegn.musica e lavori vari

1961

1967            

Chieri S.Teresa

Insegn.musica e Vicaria
1967      1971       S.Benigno I.A. (Pensionato) Direttrice
1971  1977            S.Giusto Casa Riposo  Direttrice

1977 

1983                   S.Giusto Casa Riposo  Aiutante per l’amministrazione

1983    

1988                              Roppolo Castello (Vercelli) in riposo

 

Note a margine:

Il testo mi è giunto per lettera nel febbraio del '94 da Roppolo e così l'ho riportato.
Ringrazio e ringrazierò per questo dono.


Suor Maddalena (zia Lena) era sorella di mio nonno paterno Francesco Bongiovanni

 

 
home album
vignette
cose
vostre
maestri
humor
mp3
per te
stanze
ospiti
alter
altus
politica
fumetti
links
amici
emporio