Suor MADDALENA BONGIOVANNI
FMA
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nata a Saluzzo
(Cuneo) |
6.04.1904 |
battezzata a
Saluzzo |
9.04.1904 |
cresimata
a Saluzzo
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10.05.1914 |
1^ Professione a
Pessione (Torino) |
6.08.1927 |
deceduta a
Roppolo Castello (Vercelli) dopo
61 anni di vita religiosa |
24.10.1988 |
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Sr. Maddalena nacque in una famiglia di
agricoltori e da loro eredita l’inalterabile pazienza: virtù tipica
di chi vive a contatto con la natura, ne conosce la forza di vita che
sprigiona, sa rispettare i ritmi della crescita e attendere
pazientemente
le esigenze di ciascun ritmo.
Infatti molte suore che
condivisero con lei la vita religiosa nelle varie comunità sono
concordi nell’evidenziare la sua “umile e inalterabile pazienza” e con questa
“il dominio di se stessa nei momenti cruciali, la modestia
nell’esercizio dei suoi talenti, priva di esibizionismo, la laboriosità
che la rendeva creativa nelle varie attività, la bontà comprensiva
per cui si faceva amare.
Ambiente familiare
Non abbiamo notizie particolari riguardanti la fanciullezza di
Sr.Maddalena, ma due testimonianze autorevoli ci mettono a conoscenza
dell’ambiente sereno che accolse lo sbocciare della sua vita, ne
temprò il carattere e maturò le risorse spirituali dell’anima.
L’Economo spirituale della Parrocchia dei Santi Martino e
Bernardo
di Saluzzo dove nacque Maddalena, nel documento richiesto per
l’accettazione nell’Istituto, scrive:
“Il
sottoscritto D. Renieri Lodovico, è ben lieto di poter con tutta
sicurezza dichiarare che la Signorina Maddalena Bongiovanni... ha sempre
tenuto una condotta veramente esemplare, frequentando con assiduità i
S.Sacramenti.
Appartenente
ad una famiglia patriarcale di sani, robusti ed anche agiati agricoltori
in cui la religione e il buon costume sono veramente tradizionali,
ricevette
dai suoi genitori i più sani principi religiosi e morali che non
mancheranno
di dare i loro frutti.
Augurandomi
che venga accettata tra le suore di D.Bosco sono intimamente persuaso
che farà ottima riuscita”.
Una suora, che visse intimamente con Maddalena e i suoi
familiari, scrive: “Sr. Maddalena nacque penultima di una numerosa
famiglia contadina, dignitosa e profondamente religiosa. Il padre Lorenzo era uomo
gradito a tutti per la sua bontà comprensiva, il suo equilibrio e la
saggezza dei suoi consigli.
La mamma Caterina era donna sempre disposta
ad aiutare chiunque e tutta dedita alla famiglia”.
Dalle due
testimonianze citate si evidenzia che la famiglia Bongiovanni,
economicamente ben avviata in una cornice di armonia, di pace e di
serenità, era tale da far pensare che “se la radice dell’albero ha
così buon fondamento, i suoi frutti non potevano mancare di essere
fondamentalmente buoni e moralmente virtuosi”.
Vocazione
Non conosciamo le vie misteriose tracciate dal Buon Dio per condurre la
giovane Maddalena ad orientare la sua vocazione al
nostro Istituto, poiché a Saluzzo non vi erano Case delle FMA.
Può essere stato il parroco stesso a indirizzare la sua
giovane parrocchiana alle nostre Case poiché, dalla sua lodevole
presentazione fatta, si intuisce che conosceva le suore di Don Bosco,
come lui le chiama.
Sr.Maddalena ci
ha lasciato brevi notizie riguardanti la sua vocazione:
“Prima
di entrare in Congregazione ero casalinga, appartenevo ad una
famiglia
contadina.
Facevo
parte di un gruppo di giovani “impegnate” (come si dice oggi) e la
loro amicizia mi aiutava a mantenermi buona e a dedicarmi agli altri.
Frequentavamo
insieme la parrocchia e poiché io avevo imparato a suonare
l’armonium, all’occasione sostituivo l’organista durante le
funzioni di maggio o altre feste ricorrenti.
La mia cultura,
data la mentalità di quei tempi si era fermata alla quinta
elementare.”
Il
31 gennaio 1925 venne accolta nella Casa “Maria Ausiliatrice” 27 di
Torino per ricevere la medaglia e la mantellina, segni esterni del cammino
da percorrere nella prima fase formativa.
A
Giaveno, sede di Postulato dell’Ispettoria Piemontese, maturò i
momenti più decisivi della sua vocazione.
Il
5 agosto dello stesso anno venne ammessa alla Vestizione e quindi, nel
Noviziato di Pessione sotto la guida della Maestra Madre Adriana Gilardi
e dell’assistente Madre Giuseppina Gemello, continuò il suo lavorio
spirituale che la portò ad essere FMA il 5 agosto 1927.
Sr.Maria
Tamagnone scrive: “Fui con Sr. Maddalena nella Casa di Postulato a
Giaveno e in seguito nel Noviziato a Pessione.
Nonostante
siano trascorsi molti anni da allora e le vicissitudini della vita ci
abbiano fatto incontrare solo saltuariamente, pure la sua figura di
postulante e di novizia non si è cancellata dalla mia memoria.
La
ammiravo a Giaveno, umile, servizievole, buona, sempre serena,
sorridente, allegra; stava allo scherzo e partecipava volentieri alle
ricreazioni dove portava il suo contributo con vivaci e creative
arguzie.
Suonava il pianoforte e sovente accompagnava
con l’armonium i nostri canti in chiesa.
Ammiravo la sua umiltà e semplicità nel
passare dal pianoforte agli umili lavori di casa a
cui era addetta”.
Anche
Sr. Clarina Cordero ricorda Sr. Maddalena quando era assistente delle
Novizie a Pessione:
“...La
ricordo sempre serena e sorridente. La sua calma non veniva mai meno
neanche nei momenti di maggior tensione. Si distingueva e ci era di
esempio per il suo profondo raccoglimento nelle pratiche di pietà;
tante volte ebbi occasione di ammirarla mentre pregava perché percepivo
che la sua non era preghiera detta a fior di labbro, ma veniva dal
profondo dell’animo”.
Vita apostolica
Carignano
(TO) Casa “Convitto Operaie” accolse le primizie del lavoro
apostolico di Sr.Maddalena quando vi giunse nel mese di agosto del
1927.
Vi
rimase fino al 1931 come assistente delle giovani operaie e maestra di
musica e canto.
In
un foglietto volante, senza data e abbastanza sgualcito dal tempo,
troviamo scritti dei propositi che fanno pensare siano scaturiti agli
inizi della sua vita religiosa:
“Voglio
donare al mio Dio un amore totale; per questo:
·
vigilerò per conservare unicamente per Lui la primavera
del mio cuore
·
vigilerò per essere costante nel lavorio di me stessa per
estirpare dal cuore ciò che
a Lui dispiace
·
vigilerò perché nessuna creatura venga a frapporsi al
mio amore per Dio
·
vigilerò per non lasciarmi cogliere dalla tiepidezza che
rallenti la mia amicizia con
Gesù”
Signore,
fa’ che ti ami per te stesso e non per la mia consolazione; fa’ che
amandoti cerchi sempre la tua volontà e non la mia”.
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Nel 1931 Sr. Maddalena venne trasferita nella Casa Convitto di Torre
Pellice con la mansione di assistente e negli anni 1932—1934 fu nella
Casa di Giaveno con l’incarico di maestra di musica, di sarta e di
guardarobiera.
E’
di questi anni di permanenza a Giaveno la testimonianza di Sr. Pierina
Bosco: “Un ricordo particolare mi lega alla carissima Sr. Maddalena e
risale agli anni della mia adolescenza, io l’ebbi insegnante di musica e
canto.
Ero
vivace ed esuberante e spesso mettevo a dura prova la sua pazienza. Fu
quest’esercizio di inalterabile pazienza che mi conquistò e mi aiutò,
prima a moderare la mia vivacità, poi a suscitare in me il desiderio di
seguirla nella consacrazione.
Quando essa intuì il mio desiderio di consacrarmi a Dio, mi aiutò con
rispetto e delicatezza. Il suo esempio fine ed educato fu più eloquente
delle parole. Mi colpiva in particolare la sua umiltà nel non mettere mai
in rilievo i suoi doni: possedeva una voce dolce e melodiosa e un buon
talento musicale, ma tutto ciò esercitava solo per obbedienza, come
intuivo dal suo modo di fare.
Nei brevi incontri, sempre carichi di affetto e riconoscenza, che ebbi con
lei in seguito, amavo richiamare alla sua memoria le mie birichinate di
adolescente; lei sorrideva e continuava (come per riprendere un discorso
momentaneamente interrotto) il suo richiamo alla carità paziente e
benevola.”
Dal 1934 al ‘37 fu nella Casa di Alba città, sempre come insegnante di
musica e canto. La sua duttilità di carattere, la prontezza
nell’obbedienza, la praticità di lavoro, furono doti che sollevarono
sempre le Superiore nei momenti di particolare difficoltà dei
trasferimenti di personale: in lei potevano contare perché la trovavano
sempre pronta alla risposta generosa.
Le testimonianze sono concordi nell’affermare che Sr. Maddalena non si è
mai smentita nella sua adattabilità a circostanze sia favorevoli che
sfavorevoli e senza creare difficoltà.
Dal 1937 al 1954 passò nelle Case di Giaveno Pensionato, di Torino
Pensionato e di Pessione. In quest’ultima Casa di Noviziato ebbe
l’incarico di assistente delle Novizie e insegnante di musica.
In
quel tempo tra le sue assistite vi era pure la nostra attuale Madre
Generale, Madre Marinella Castagno, la quale, in una visita a Roppolo
quando Sr. Maddalena era ormai al tramonto della vita adagiata in una carrozzella,
la rivide con grande piacere, si commosse anche e volle posare una foto
ricordo con lei.
In
questo arco di tempo le numerose testimonianze di Novizie, oggi FMA,
esprimono riconoscenza per gli esempi edificanti ricevuti da Sr.
Maddalena.
Dicono:
“...Fu
un’assistente di una religiosità mai smentita. Infatti era tale non
solo nelle giornate normali, ma anche quando l’assillo di un lavoro o di
una festa da preparare metteva a cimento la pazienza di tutte; proprio in
questi casi si notava in lei un tale dominio su se stessa che
edificava...”
“...Era
modesta e distaccata dai doni di cui l’aveva dotata. Nessun
esibizionismo ma quell’attenzione necessaria e utile richiesta dalle
circostanze”.
“...Era
per noi novizie un modello paragonabile alla nostra Madre Maria
Mazzarello:
generosa,
senza ostentazione, dolce senza debolezze, sacrificata senza palesare la
sua fatica, ottimista senza compromessi, semplice senza infantilismi”.
“...Ricordo
il suo volto sereno, il cuore sempre pronto ad accogliere chiunque le si
avvicinasse, capace di correggere senza mai umiliare. Ci voleva
disinvolte, umili, generose e otteneva quanto da noi desiderava per la sua
costante gioia; testimoniava con la vita quanto insegnava con le parole. A
distanza di anni ho ancora vivi in me i suoi insegnamenti che mi sforzo di
praticare”.
"...Sr.Maddalena
è stata, durante il Noviziato, la mia salvezza. Amavo il canto e la
musica e desideravo tanto di essere avviata a questo studio ma mi vidi
esclusa. Per questo motivo soffrivo tanto. Confidai la mia pena a Sr.
Maddalena e in lei trovai conforto e forza per superare la prova. La
sua parola semplice, calma, carica
di umanità e comprensione, mi ha
equilibrata e aiutata a vivere la mia vita religiosa più serenamente e
anche con più coerenza”.
"..Vorrei
avere più capacità di espressione per descrivere la grande riconoscenza
che mi lega a Sr. Maddalena. In Noviziato ebbi molto a soffrire a causa di
lettere che ricevevo dalla mamma contraria alla mia vocazione. Sr.
Maddalena, sempre vigile, e con il suo intuito materno s’avvide della
mia sofferenza e con dolcezza e carità seppe consolarmi e incoraggiarmi. A lei debbo la mia perseverante fedeltà alla mia
vocazione”.
"..Sr.
Maddalena,
da buona sorella maggiore, correggeva i difetti di noi novizie, le nostre
irriflessioni, perché ci voleva semplici, schiette, esemplari, ma lo faceva
con cuore aperto o sapeva perdonare. La sua bontà comprensiva mi ha anche
aiutata a superare una crisi di sconforto e di dubbio che mi tormentava. I
suoi incoraggiamenti continuarono a sostenermi ancora lungo la mia vita
religiosa”.
"..Non
dimenticherò la sua bontà mai smentita della mia assistente di
Noviziato:
Sr.
Maddalena.
Ero ormai sul campo di apostolato da diversi anni quando fui provata dal
dolore della morte della mia cara mamma. Sr. Maddalena, avutane notizia,
nonostante avesse già cambiato Ispettoria, venne di presenza a confortarmi, non solo, ma volle accompagnare lei stessa i canti della
Messa di sepoltura”.
Sr. Caterina Solavagione dice: “Sr. Maddalena era la mia assistente di
Noviziato a Pessione. Era sempre attenta, premurosa ad ogni necessità,
attiva nel disimpegnare il suo ufficio, sorridente e cordiale con tutte
anche quando, come la sottoscritta, si combinava qualche guaio. Non
perdeva mai la pazienza, sapeva dominarsi e perdonava con un bel sorriso
che metteva in cuore forte desiderio di essere migliore”.
Sr.Giuseppina
Manfrinato conserva in cuore un ricordo tanto riconoscente e incan-
cellabile di Sr. Maddalena, che la fa esclamare: “Oh, la mia cara e
indimenticabile Sr. Maddalena! Fu per me una seconda mamma. Era la mia
assistente di Aspirantato a Pessione. Per vari motivi dovetti trasferirmi
a Torino e qui continuare l'Aspirantato e il postulato. Sr. Maddalena
veniva a trovarmi sovente, si interessava del mio stato di salute fisica e
morale e cercava di soddisfare le mie necessità.
Mi incoraggiava ad attendere la Vestizione con tanta speranza e
abbandonata alla Volontà di Dio. Mi diceva: Dio è fedele e se chiama
un’anima a seguirlo darà pure gli aiuti necessari per giungere alla meta.
Durante il Noviziato fui provata nella salute e lei mi fu particolarmente
vicina con comprensione e incoraggiamento. Tutte le mattine, con
delicatezza materna, mi preparava un uovo sbattuto, per ridarmi forza
fisica
e ristabilirmi per la Professione che raggiunsi
felicemente. “
Una suora che visse 11 anni in Comunità con Sr. Maddalena, afferma:
“Sr. Maddalena nei mesi estivi era incaricata a dirigere la colonia di
Pramartino; era amata e stimata da tutti per la sua bontà e gentilezza di
modi. Nulla sfuggiva ai suo sguardo attento.
Nelle
correzioni faceva seguire parole d’incoraggiamento così sagge e
misurate che persuadevano a non commettere più lo sbaglio e faceva
esclamare: “Sr. Maddalena ha un modo tale di dire le cose che non umilia
e non mortifica, ma persuade dell’errore commesso e porta al pentimento
e ai desiderio di migliorare.
Un’altra testimonianza:
“Ero neoprofessa quando mi incontrai con Sr. Maddalena, già mia assistente di noviziato, nella colonia di
Pramartino, dove potei apprezzare più e meglio la sua capacità di
soffrire, il suo profondo spirito di preghiera e di Fede.
Un
mattino alla S.Messa mi astenni dall’accostarmi alla S.Comunione. Sr.
Maddalena
lo notò e dopo la S.Messa mi avvicinò e con tatto e delicatezza mi
disse:
“Il
non accostarsi ai Sacramenti è un torto che facciamo a noi stessi perché
ci pri- viamo di un aiuto forte di cui abbiamo sempre bisogno. Certe
mattine anch’io mi alzo con l’animo sconvolto e vorrei non accostarini
alla Comunione, ma penso che solo Gesù può darmi la forza di ricominciare
la giornata e compiere bene il mio dovere”. Quanto bene mi fecero quelle
parole! A distanza di 30 anni le ricordo e ne faccio tesoro”.
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Dall’anno
1954 al ‘59 lavorò nella Casa di Torino Agnelli come segretaria della
Scuola; dal 1959 al ‘61 la troviamo nuovamente a Giaveno Pensionato e
dal 1961 al ‘67 a Chieri S.Teresa, Vicaria e insegnante di musica e
canto.
Della
sua permanenza a Chieri abbiamo testimonianze di diverse suore; scrive
una: “Vissi
alcuni anni con Sr. Maddalena a Chieri e sempre la stimai una suora
buona, semplice, disponibile, sorridente, alla portata di tutti. Sapeva
farsi voler bene”.
Sr. Consolata Alessio testimonia: “Di Sr. Maddalena ho un ricordo legato
ai primi anni di formazione a Chieri. Durante l’anno di Juniorato è
stata la mia paziente maestra di musica che sapeva comprendere e amare
formando. Il suo animo delicato e sensibile sapeva cogliere il bello e
il buono da tutto e da tutti e sottolinearlo in modo arguto e
intelligente. Affettuosa, delicata, riconoscente verso le Superiore che
amava con cuore filiale e di loro parlava sempre con profonda stima”.
Un’altra suora la descrive così: “A Chieri, dove mi trovavo per lo
Juniorato, ho conosciuto Sr. Maddalena. Per me è stata la persona più
ottimista ch’io abbia conosciuto! Sempre serena, suonava e cantava
volnetieri; era un’anima di Dio e lo lasciava trasparire dalla sua
persona. Prudente, ferma nelle sue decisioni, retta, capace di finezze
fraterne con le suore giovani”.
Altra: “Fui di casa a Chieri nel periodo in cui Sr. Maddalena era
Vicaria. La ricordo paziente, buona, comprensiva e soprattutto
prudente. Ebbi anch'io occasione di mettere a prova le sue virtù: per
difficoltà d’ufficio che non seppi superare, diedi sfogo
all’impulsività del mio carattere.
Sr.Maddalena
assistette a questi miei sfoghi. Calmata un poco la bufera mi avvicinò
con serenità e comprensione, mi parlò di fede, di carità e fece
ritornare la pace nel mio animo. Chiuse poi nel cuore questo fatto e mai
nessuno seppe l’accaduto”.
Le lodevoli qualità di carattere riscontrate dalle suore che vissero
con Sr. Maddalena e da loro elogiate, quali: la pazienza,
l’amorevolezza, la generosità, ecc., non erano solo frutto di una
natura felice avuta in eredità, ma il risultato di uno sforzo di
padronanza di sé, di superamento dei propri limiti, di perseveranza nei
suoi propositi. Questo lei stessa lo confidò a chi la guidava
spiritualmente col desiderio di perfezionare la propria donazione a Dio.
Lo conferma anche questa preghiera alla Madonna da lei fissata in una
paginetta del notes in cui scriveva i suoi pensieri intimi: “O Maria,
ch’io sia tutta e SOLO del Signore! Distaccami da tutto
ciò che non è per Lui... nel modo che a te
piace, senza riguardo alla mia sensibilità, al mio orgoglio”.
E ancora: “Grazie, Signore, anche per questa piccola umiliazione. E’
una nuova luce che mi fa scoprire le mie lacune ed è bene che siano
conosciute da chi mi avvicina e mi aiuta spiritualmente. Dammi sempre
l’intuizione di capire la verità, anche se dolorosa:
mi sarà medicina per la correzione. Aiutami a
non risentirmi, a non offendermi, ma dammi forza di dirti sempre:
“Grazie Gesù!”.
Il forte potenziale di energia spirituale che favoriva Sr. Maddalena e le
assicurava la riuscita nell’attività diverse, nell’anno 1967
indusse le Superiore ad affidarle la direzione della nuova opera in
S.Benigno Canavese che comprendeva: Scuola Materna, Oratorio festivo,
Catechesi parrocchiale e l’annessa Casa di Riposo per anziani e
pensionati.
L’opera non era di nuova fondazione ed era diretta dalle Suore Immacolatine
di Ivrea, ritiratesi in quell’anno. A chi subentrava in un campo
apostolico già avviato erano richieste virtù non comuni: intelligenza,
attitudine, prudenza, adattamento, forte intuito. Tutto ciò possedeva
Sr.Maddalena e con animo forte e deciso, ma nello stesso tempo prudente
e soave, si prodigò in modo mirabile a dare vita all’Opera, lasciata
decadere a causa di forti contrasti da parte di chi avrebbe dovuto
cooperare al suo fiorire.
In breve tempo l’oratorio festivo e la Scuola Materna ebbero un forte
impulso di vita nuova e anche gli anziani della Casa di Riposo trovarono
in lei la sorella buona che sapeva confortare e sollevare il loro morale
col suo dialogo arguto e cordiale.
Sr. Chiara
Talamanca, Segretaria ispettoriale, avendo conosciuto in quegli anni Sr.
Maddalena, così la descrive: “Umile, ossequiente, con il volto sempre
atteggiato al sorriso sapeva farsi benvolere da tuti: suore ed esterni.
I suoi occhi limpidi erano espressione di innocenza, di candore, di
fanciullezza spirituale. Era buona ma esigente quando si trattava della
gloria di Dio e, prima di tutte era esigente con se stessa. Amava
l’Istituto e le Superiore lavorando con zelo ovunque l’obbedienza la
metteva, anche a costo di sacrifici”.
Nel 1969 diverse Case del Canavesano dell’Ispettoria Piemontese
“Maria Ausiliatrice” passarono all’Ispettoria Vercellese “Madre
Mazzarello”; tra queste anche S.Benigno Canavese. In quest’occasione
Sr. Maddalena dimostrò di essere donna di fede e di possedere il senso
di appartenenza all’Istituto.
Così scrive una testimonianza: “Chiudendo in cuore la pena del
distacco dall’Ispettoria che tanto amava e che l’aveva accolta
aspirante alla vita religiosa, dalle Superiore che l’avevano seguita
passo passo fino al suo pieno realizzarsi, da donna forte e piena di
fede incoraggiò anche noi ad accettare la nuova disposizione delle
Superiore senza rimpianti sul passato e ad offrire la sofferenza per
l’espiazione sociale nella certezza che la nuova via da percorrere era
tracciata dal buon Dio per la realizzazione del suo progetto
d’amore”.
Nel 1971 l’obbedienza la trasferì nella Casa di S.Giusto Canavcse,
località distante pochi Km da S.Benigno, direttrice della Casa di
Riposo. Le annotazioni personali trovate tra le sue carte svelano e
confermano la sua fede profondamente ancorata in Dio.
Scrive: “O Signore, quanto è necessario ch’io impari ad amarti
senza alcun interesse. L’amore non sta nei gusti spirituali, ma nella
perfetta uniformità alla tua volontà anche quando questa non è
congeniale alla mia. Signore, fa’ ch’io sappia seguire il tuo volere
con grande serenità e pace”.
Sr.Maria Zannini, infermiera della Casa di Riposo di S.Giusto che fu
fedele e affe- zionata collaboratrice di Sr. Maddalena per 11 anni nella
conduzione di quell’opera non priva di difficoltà, scrive con
tenerezza di figlia riconoscente:
“Subito
stimai Sr. Maddalena, come persona intelligente, aperta agli altri,
realista, di vedute larghe sapeva prendere ognuno com’era e non
s’arrestava di fronte alle difficoltà.
La Casa, allora, era priva di attrezzature indispensabili al suo buon
funzionamento ed era impossibile provvedere alla ristrutturazione per le
ristrettezze economiche in cui versava.
Sr. Maddalena,
approfittando delle numerose conoscenze di persone facoltose che aveva a
Torino e altrove e presso le quali godeva stima e benevolenza, in
accordo con il Parroco da cui dipendeva l’Opera, chiese loro aiuto e
trovò subito valida risposta che servì, a dare nuovo impulso alla Casa
e renderla più confortevole agli ospiti che Sr. Maddalena desiderava vedere
sereni e contenti sotto ogni aspetto.
Parlava
molto con loro, s’industriava per alleviare loro il distaccco dalle
loro famiglie e per questo, lungo la giornata, trovava spazi di tempo
per accompagnare col pianoforte o l’armonium qualche loro canto,
unendo anche la sua bella voce. Con lei i pensionati si sentivano
sicuri, ben protetti perché aveva occhio in tutto e per tutto.
Anche
il personale di servizio trovava presso di lei comprensione e rispetto.
Per rendere più solenni le celebrazioni liturgiche in parrocchia, si
offrì pure a suonare l’organo.
Anima
di pietà amava pregare e stare unita a Dio e aiutava tutti a pregare
bene e animava alla devozione alla Madonna, a S.Giuseppe, a Gesù
Eucaristia.
I
suoi giudizi sugli altri erano sempre improntati a carità. Si sarebbe
detto che era naturale per lei voler bene a tutti. Sebbene non più
giovane (aveva 67 anni) svolse a S.Giusto la sua attività di animatrice
con energia e spirito giovanile”.
Un’altra suora ricorda la carità di Sr. Maddalena: “Sr. Maddalena era
fervorosa, com- pita nei suoi atti, equilibrata, di portamento distinto,
sempre sorridente, disponibile, caritatevole. La conobbi così fin dal
Noviziato in cui l’ebbi per assistente. Un fatto doloroso che colpì
me e la mia famiglia me lo conferrnò maggiormente:
Il
mio fratello più giovane che non si era sposato per vivere con la mamma
e aiutarla negli ultimi suoi anni, venne colpito da un terribile tumore
che in pochi giorni lo portò alla tomba. Nessuno di noi, quattro figli,
aveva il coraggio di comunicarlo alla mamma, temendo per il suo fragile
stato di salute.
Mi
rivolsi a Sr. Maddalena, allora Direttrice nella Casa di Riposo a
S.Giusto, e lei accorse immediatamente e convinse la mamma di andare con
lei a S.Giusto nella Casa di Riposo. Qui a poco a poco la preparò ad
accettare il grande dolore e nei cinque mesi che vi rimase la circondò
con atti di squisita bontà, con affetto come fosse stata la sua mamma.
Fu il suo vero angelo custode e io non la dimenticherò mai!”
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Un’altra suora dice: “Fu brava maestra di musica, ma seppe vibrare
di carità per aiutare chi ne aveva maggior bisogno. Valendosi della
sua influenza sui dirigenti della FIAT si interessò per sistemare
giovani Salesiani che non avevano perseverato.
Le
stava a cuore anche la sistemazione di giovani che dovevano formarsi
una famiglia, consigliava e interveniva concretamente”.
Sr. Maddalena possedeva solidità di affetti e di sentimenti come lo
rivelano le testimonianze:
“Rividi
Sr. Maddalena a distanza di anni; ma nulla in lei era cambiato in mio
favore:
lo
stesso interessamento premuroso per la mia salute fisica o soprattutto
per il mio stato spirituale, era la stessa religiosa fervente e
osservante della Regola”.
Sr. Consolata Alessio, della quale è già stata citata una
testimonianza, continua:
“Incontrai
dopo molti anni Sr. Maddalena nella Casa di Riposo di S.Giusto. Mi accolse
con il calore e amore dei primi anni, segno della sincerità e
radicalità della benevolenza che ci dimostrava”.
Un’altra conferma: “Lavorai con lei in Noviaizto di Pessione, poi
le circostanze varie non ci fecero più incontrare se non a distanza
di anni, ma in lei ritrovai ancora la religiosa dolce e serena, umile
e dignitosa, fervente ed entusiasta della sua vocazione; mi
accolse con effusione festosa che mi riempì il cuore di santa letizia”.
Nel 1977, terminato il 2° sessennio di animatrice di Comunità, non
venne trasferita ad altra Casa ma rimase a S.Giusto con l’incarico
di aiuto all’Amministrazione.
La
sua attività, però, andò a poco a poco diminuendo: il suo fisico
logoro dalle fatiche e dagli anni, (aveva 73 anni), incominciò a dare
segni di decadimento.
Prime ad essere colpite furono le gambe che la costringevano a passare
lunghe ore della giornata seduta su una poltrona, senza tuttavia
impedirle il suo lavoro di contabile.
Seppe accettare e vivere con coraggio e gioia questa realtà, fino a
quando, nel 1983, in conseguenza del ridimensionamento dell’Ispettoria
indussero le Superiore a ritirare le Suore da quell’opera che, ormai
consolidata, poteva continuare il suo funzionamento anche senza
l’intervento delle religiose.
Il 27 novembre 1983 le Superiore la trasferirono nella Casa di Riposo
di Roppolo dove continuò la sua penosa e sofferta purificazione
durata ben 5 anni.
La
salute di Sr. Maddalena peggiorava di giorno in giorno; oltre
l’infermità delle gambe la colpì l’arteriosclerosi che danneggiò
il suo spirito rendendolo da lieto, arguto, piacevole qual era, di una
tristezza penosa sempre immersa nel pianto e nello scrupolo che
le procurò pene indicibili.
La testimoninza di una suora si ferma a tratteggiare la figura
interiore di Sr. Mad- dalena in quegli ultimi anni di vita;
“Carattere forte e mite, con la sua bontà sapeva conquistare i
cuori.
Ha formato per l’Istituto molte Vocazioni; per la sua giovialità
infondeva serenità, ottimismo, buon umore. Nella sua anzianità e
malattia venne lentamente purificata.
Sofferse, soprattutto, la
solitudine, il timore di non salvarsi, quindi la depressione e tante
lacrime che straziavano il cuore a chi le viveva accanto.
Solo la lettura di qualche brano del Vangelo la rincuorava e la
sollevava. Amava tanto le sue consorelle ed il suo volto si illuminava
di gioia e di riconoscenza quando qualcuno le donava un po’ di tempo
per farle compagnia.
Era un’anima di tanta preghiera e umile; quando s’accorgeva
d’aver offeso qualcuno subito si umiliava chiedendo perdono. Amava
teneramente la Madonna e proprio come dono di questa sua filiale
devozione venne l’Ausiliatrice a introdurla nel suo Paradiso nel
giorno 24 a Lei dedicato”.
Il Parroco di S.Giusto Don Piero Gremo, aveva avuto modo di conoscere
ed apprezzare Sr. Maddalena nei suoi 12 anni di presenza nella sua
parrocchia e di valersi delle sue capacità, non solo di organista
nelle funzioni religiose, ma soprattutto della sua validità di
collaboratrice nelle varie attività apostoliche della sua
parrocchia.
Lo legava a lei una santa spirituale amicizia, non interrotta dalla
lontananza e dalla malattia, come ce lo rivela la corrispondenza da
Sr. Maddalena conservata nei suoi ultimi anni vissuti a Roppolo.
Stralciamo
dalle lettere del parroco:
“22
febbraio 1985: ...Non mi dimentico di lei, cara Sr. Maddalena, le sono
immensa— mente grato per tutto quello che ci ha donato in passato;
la metto ogni mattina nel calice della Messa (senza musica) ed è quindi
ancora con noi.
La
prego, non pianga e non si senta inutile, forse adesso può aiutarci
più di prima, resti salda come una roccia, come Maria ai piedi della
croce...”
In data 2 giugno dell’86 scriveva: “ho ricevuto il suo SOS e l’ho
ritrasmesso alla
Vergine
Consolatrice perché l'aiuti ad appoggiarsi tutta a Dio.
Tristezza e
angoscia l’ha provata anche Gesù nell’orto degli ulivi, ma
ha detto al Padre “Non la mia, ma la tua Volontà si compia...
Vorrei invitarla a dire con me: Gesù, fammi umile, umile, da accettare
di essere servita, di dover dipendere in tutto come Tu disponi, di essere
considerata uno straccio...
Dammi il coraggio di tua Madre vicino alla croce, dammi uno sguardo
sereno e senza lacrime per guardarti crocifisso e offrirti il mio
piccolo sacrificio. Gesù le sta preparando il Regno e deve fare
il chirurgo con il bisturi e togliere dalla sua anima ogni
incrostazione”.
Le suore anziane e ammalate a Roppolo, testimomi della lunga e penosa
sofferenza fisica e spirituale di Sr. Maddalena, sono unanimi
nell’affermare che solo nella fede poteva trovare La risposta a tanta
sofferenza e le intenzioni, da lei espresse nei momenti di tregua dal
male, rivelavano la preziosità di tale accettazione; le vocazioni, la
Chiesa, l’Istituto, le Superiore.
Sr. Maria
Barladi, una delle infermiere della Casa di Roppolo, testimone del
distacco dalla terra di Sr. Maddalena per l’incontro con l’eternità,
descrive il termine della sua esistenza donata e vissuta per Dio, con
espressioni vive e significative:
“Era
il 24 ottobre 1988, una giornata di sole autunnale: scoccavano le
11.30; le suore in Cappella cantavano “Maria Auxilium Christianorum” al termine di ogni
decina del Rosario, quando Sr. Maddalena quasi senza accorgersene diede l’ultimo respiro. Poco
prima mi aveva detto: “Di’ alla Madonna che mi aiuti a morire bene,
sai che io ho sempre paura quando penso alla morte”.
Io le dissi: e
adesso ha paura? “No, no, adesso, no”, mi rispose.
La Madonna venne
a prenderla in un attimo senza farle sentire quella paura che lei temeva
tanto. Più volte durante la malattia le ho cantato:”Tienimi per
la mano, o Mamma buona...” e Sr. Maddalena mi diceva: “Cantala
ancora, mi dà tanto conforto”. Ed io la ripetevo fin che la vedovo
assopita e tranquilla.
La Madonna buona venne
a prenderla
liberandola da quella angosce e tristezze che negli anni in cui fu a
Roppolo la fecero tanto soffrire. Furono certamente la sua croce e la
sua purificazione. Versò molte lacrime, ma queste non le impedirono
mai di essere lepida e scherzosa.
Amava lo scherzo e sapeva persino
ridere
di sé stessa e delle sue tristezze che chiamava malattia ed era davvero
così. Nell’immobilità della morte ha conservato il suo bel sorriso
dei momenti migliori e pare dica scherzosa: “Te l’ho fatta, quando
meno te lo aspettavi io sono scappata con la Madonna”.
Furono
molte le persone di S.Giusto e le suore che vennero a visitare la sua
salma composta nel silenzio della morte. La messa esequiale fu concelebrata nella Cappella della Casa di Roppolo, presente anche il
parroco di S.Giusto Don Piero Gremo.
Poi la salma fu trasportata a
Saluzzo sua terra natale e sepolta nella tomba di famiglia.
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RESIDENZE
1927 |
1931 |
Carignano
Convitto |
Assistente convittrici |
1931 |
1932 |
Torre
Pollice |
Assistente
convittrici |
1932
|
1934 |
Giaveno Istituto |
Assistente – sarta
- guardarobiera
|
1934
|
1937 |
Alba città |
Insegnante
musica e canto |
1937
|
1940 |
Giaveno Pensionato
|
Insegnante
musica e canto e lavoro |
1940
|
1942 |
Torino Pensionato |
Assistente |
1942 |
1954 |
Pessione
Noviziato |
Assistente
e insegnante |
1954
|
1959
|
Torino Agnelli |
Segretaria |
1959
|
1961 |
Giaveno Pensionato |
Insegn.musica
e lavori vari |
1961
|
1967 |
Chieri
S.Teresa |
Insegn.musica
e Vicaria
|
1967 |
1971 |
S.Benigno I.A.
(Pensionato) |
Direttrice
|
1971 |
1977 |
S.Giusto Casa Riposo |
Direttrice
|
1977 |
1983 |
S.Giusto Casa Riposo |
Aiutante
per l’amministrazione
|
1983 |
1988 |
Roppolo Castello
(Vercelli)
|
in
riposo |
|
Note a margine:
Il testo mi è giunto per
lettera nel febbraio del '94 da Roppolo e così l'ho riportato.
Ringrazio e ringrazierò per questo
dono.
Suor Maddalena (zia Lena) era sorella di mio nonno paterno Francesco
Bongiovanni
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