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Suo padre lo
voleva avvocato in Irpinia e rimase molto deluso quando superati
brillantemente gli esami di procuratore legale disse che gli era
impossibile domandare soldi a chi ha bisogno
del mio patrocinio per avere giustizia.
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Giovanni
riteneva che la via migliore per attuare le sue idealità fosse quella
della Pubblica Sicurezza. Ma si rivelò un funzionario scomodo: tenendoci
chiusi negli uffici mentre, se ci mandassero in mezzo alla gente, a
contatto con la vita, come sarebbero impiegate meglio le energie della PS!
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Per questo fu
mandato in castigo, al confine e nel novembre del '37 raggiunge la
Questura di Fiume.
Qui come responsabile dell'Ufficio Stranieri venne a contatto anche con la
forte e privilegiata comunità ebraica.
Tutt'attorno però, nei territori jugoslavi
occupati dai nazisti e dagli ustascia croati, infuriava l'antisemitismo, e
Fiume diventò l'ultima via di salvezza per quanti fuggivano dai Balcani.
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Così proprio
lui , che istituzionalmente avrebbe dovuto contrastare la fuga degli
ebrei, li istradava con documenti falsi verso la Svizzera o Israele o più
tardi via mare sulle coste del Meridione già liberato.
L'8 settembre 1943 tutto precipita ma nonostante
la situazione disperata Palatucci rimane a Fiume per continuare l'opera di
salvataggio innanzitutto distruggendo il materiale relativo agli ebrei
custodito negli archivi della Questura; quando le SS nell'agosto 1944
eseguirono il maxirastrellamento che doveva inoltrare gli ultimi ebrei ai
forni crematori la "materia prima" si era volatilizzata.
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Amici e
partigiani a questo punto tentano di convincerlo in ogni modo a fuggire;
lo stesso console gli offre la sua villa nel Canton Ticino. Lui
rimane a Fiume.
All'ausiliario nell'ufficio del Palatucci
all'ennesima insistenza perché raggiungesse una sede meno esposta -
indicando la bandiera -risponde: Cucciniello,
dite a tutti gli amici che finché sventolerà quel Tricolore io rimarrò
qui al mio posto.
La notte del 13 settembre 1944, su ordine del
tenente colonnello delle SS Kappler fu perquisita la sua abitazione.
Accusato di cospirazione e intelligenza con il nemico fu tradotto nel
carcere di Trieste e nell'ottobre 1944 istradato a Dachau.
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Giovanni
Palatucci nato a Montella (AV) il 31 maggio 1909 salvò circa 5.000 ebrei,
rischiando di continuo, per sei anni la propria vita.
Morì nel Lager di Dachau il 10
febbraio 1945 dopo quattro mesi di sevizie, e gettato in una fossa
comune sulla collina di Leitenberg.
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