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Padre Placido Cortese

Direttore del "Messaggero di S.Antonio", al tavolo del suo uficio

Mi ricordo ancora che nel Bunker di piazza Oberdan a Trieste c'era un sacerdote,
 un certo padre Cortese di Padova. 
Sarebbe interessante informarsi da dove proveniva,
 come è finito lì e che fine a fatto.
A.Z.Muzic, Venezia, 17 gennaio 1997



Ricordo la drammatica giornata dell'8 settembre 1943. 
Mentre dovevo seguire l'Assemblea della Necchi all'Università, mi piombavano da Padova sei o sette comitive di ebrei, terrorizzati per la carica delle SS tedesche, indirizzati da me da quel sant'uomo di padre Cortese dei Conventuali della Basilica del Santo.
CARLOTTI. Il memoriale di padre Carlo



Durante la giornata padre Placido passava molto spesso per il negozio dove incontrava gente che lo aspettava, poi usciva in chiostro e lì incontrava altre persone che avevano bisogno di lui. Ho visto con i miei occhi che, denaro o altro (cioè indirizzi di persone fidate o da chi si poteva trovare aiuto, soccorso o protezione) il padre Cortese distribuiva con grande generosità.

Posso affermare questo in quanto più di una volta fui io stesso incaricato dal padre di accompagnare persone - per lo più stranieri fuggiti dai campi di prigionia o provenienti da chissà dove - in certi luoghi da lui indicatimi.

Mi diceva: Accompagna questo o questi signori al tale indirizzo. Dirai: mi manda il padre Cortese. Non parlare mai con le persone che accompagni e una volta sistemate vieni via immediatamente. Se qualcuno ti ferma e ti chiede chi fossero, rispondi semplicemente che quelli avevano chiesto di andare in una via che non conoscevano e tu avevi fatto loro il piacere di accompagnarli.

Più volte ho accompagnato delle persone affidatemi dal padre alla stazione di S. Sofia, ora soppressa. 
Il mio compito era quello di acquistare i biglietti e di sistemare quelle persone sulla littorina, possibilmente in scompartimenti non troppo affollati. 
Un rapido saluto a quei poveretti dal destino incerto, un cenno della mano e poi via al "Messaggero", dove lui mi attendeva per sapere come era andata la missione. Spesso era preoccupato. Una volta gli è sfuggita una frase: "Poveretti, speriamo che ce la facciano!"
Testimonianza di Mario Gobbin. 


 

Il signor Carlo Bolzonella, direttore della tipografia afferma: "Padre Cortese era un angelo di uomo, carità da far spavento, frate veramente tutto cuore
 [...].
Una volta l'ho visto piangere, perché non poteva
aiutare tutti quelli che glielo chiedevano.
Aiutava gli ebrei e per loro mi chiedeva spesso due operai che poi si recavano verso Como e la Svizzera". 


 

Nel caso specifico dei prigionieri inglesi, egli aveva una vasta rete di informatori, di benefattori, di personale vario oculatamente scelto che si muoveva ai suoi ordini o alle sue preghiere, soccorrendo, occultando, provvedendo a tutti i loro bisogni in modo che potessero sfuggire alle ricerche delle SS e dei neri agenti delle GNR. 

Torreglia, Castelnuovo, Abano, Carmignano sul Brenta, Padova stessa sono alcuni dei luoghi dove egli ha sottratto alla bile nemica i fratelli dei nostri liberatori dall'inizio del 1943 fino alla fine dell'estate 1944 epoca nella quale un vile, attualmente rinchiuso nella casa di pena di Padova e già da lui beneficato, gli fece la spia e lo fece trarre in arresto davanti alla Basilica del Santo dagli sgherri delle SS tedesche"

 Firmato L.B., L'opera di padre Placido Cortese

Cherso (Istria): città natale del Padre



L'otto ottobre (1944) ci ha colpiti un grave fatto, del quale parla Vauhnik. Cortese è sparito. Ho dedicato un paio di giorni per far luce sui modi del suo arresto. Due uomini in borghese sono venuti a prenderlo. Parlavano italiano con accento straniero ed uno di loro era monco dalla mano destra. Cortese attraversò con loro la piazza. In un vicolo non lontano aspettava una macchina sulla quale salirono i tre. 
La macchina partì e di Cortese si è persa ogni traccia...

***

Nella sua vita Placido custodiva come tesoro prezioso le confidenze e i segreti di chi lottava contro il male; e fino all'ultimo "non si arrese e non tradì nessuno".

Nonostante le note torture inumane della polizia tedesca, il nostro amico ha resistito bene e non ha rivelato nulla che poteva comprometterci... 
                                            ARKO
, P. Placido Cortese

Il Cortese rimase vittima di un provocatore, un giorno fu arrestato e poi ucciso, probabilmente a Trieste, dopo lunghe e atroci torture senza però che rivelasse nulla... 
                            AA.VV
: La resistenza cecoslovacca in Italia 1944/45

Al religioso la Gestapo cavò gli occhi, tagliò la lingua e lo seppellì vivo. 
                              V.Vauhnik: Il fronte invisibile e Memorie di un addetto militare.


 

Tratta da  Padre Placido Cortese
Vittima del nazismo
Apollonio Tottoli - Ed. Messaggero Padova

Padre Placido con la sorella NIna

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