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Ormai mi sto abituando al modo di parlare e di tacere del vecchio.
Le parole sono solo intermezzi fra lunghi silenzi in cui ognuno segue il corso dei suoi pensieri e, a volte, qualche
pensiero affiora e si traduce in parole, in domande che non si aspettano risposte ed in risposte che non hanno nulla a che fare con le domande.
Ma la cosa strana è che questo dialogo un po' schizofrenico non mi imbarazza più.
Mi stupisce, piuttosto, la capacità del vecchio di intervenire sempre, con poche parole, indovinando quello che sto pensando in quel momento.
Sembra che abbia facoltà medianiche, o forse sono io che son troppo 'trasparente'; forse è facile leggermi nel pensiero semplicemente guardando i miei comportamenti e le mie espressioni, e lui ha solo buone capacità di intuizione psicologica.
Dopo cena facciamo un giretto per il paese.
Abbiamo l'andatura un po' incerta, tipica di chi ha passato la giornata a pedalare, dobbiamo sembrare un po' come due cow-boy al ritorno da una lunga cavalcata.
- Perché vai a Santiago? - mi chiede -. Sei credente? -.
- Bella domanda - rispondo -, vorrei saperlo anch'io.
No, non sono credente, o, per lo meno, non praticante...
Non lo faccio per motivi religiosi, mah, non so, forse spirituali. Ho bisogno di staccare da tutto e da tutti, vedere un po' più chiaro dentro di me.
Mi son detto: "Devi proprio fermarti un attimo da solo a riflettere...'.
- E tu per fermarti a pensare fai tutti questi chilometri? - mi interrompe lui sorridendo -.
Viaggiare è proprio uno strano modo per fermarsi!
Ma in fondo hai ragione tu, si viaggia per mille motivi diversi, e anche il tuo può essere un buon motivo.
Si viaggia per vedere, per conoscere, per scappare, per trovare altra gente; per uscire da sé stessi o ritrovare sé stessi, per trovare qualcuno o per sfuggire da qualcuno o anche dal ricordo di qualcuno.
Si viaggia per dimenticare o per ricordare meglio, per abbandonare certi ritmi o per trovare un proprio ritmo.
Qualcuno viaggia anche per trovare Dio, o per vedere se da qualche altro posto si vede meglio Dio che da casa propria.
Non vedo quindi proprio perché non si possa viaggiare per fermarsi un po' a pensare, come vuoi fare tu.
Viaggiare è la nobile arte di mettere un passo davanti all'altro, la cosa più facile (o più difficile) che si possa fare sulla terra...
Tace un attimo come per lasciarmi il tempo di assimilare ciò che ha appena detto.
- Io ho viaggiato molto - mi dice poi, e noto che è la prima volta che parla di se stesso - ho girato tutto il mondo, con tutti i mezzi possibili.
Ho visto cose magnifiche e cose atroci... Sai cosa dice
S. Agostino? -.
Breve pausa ad effetto.
Naturalmente non so cosa dica S. Agostino ed allora arriva l'immancabile citazione:
"Ci sono uomini che vanno ad ammirare le altezze dei monti, le onde del mare, i corsi dei fiumi, la cerchia dell'oceano ed i tragitti delle stelle. E intanto smarriscono se stessi."
- E allora tu hai smesso di viaggiare? - Mentre glielo chiedo mi rendo conto della stupidità della domanda, visto che sta proprio facendo un viaggio.
- No, come vedi - mi risponde, sorvolando sulla mia carenza di logica - vado solo più piano. Da vent'anni viaggio solo più a piedi o in bici, così rischio di meno di "smarrire me stesso" -.
Siamo tornati sui nostri passi quasi senza accorgercene e ci fermiamo davanti alle due tende.
Prima di entrare riprende il discorso interrotto, come parlando a se stesso: - Ma è difficile perdersi se non ci si è ancora mai ritrovati veramente -.
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