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Andrea Bordino - Fratel
Luigi
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Andrea Bordino - classe 1922 - fu arruolato
col fratello Risbaldo come artigliere nella Cuneense,
una delle quattro Divisioni
che costituivano il Corpo degli Alpini.
All'alba del 15 agosto 1942
la tradotta con i Bordino si mosse per il fronte russo
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Giunti in territorio sovietico ai due fratelli venne affidato un magazzino di vettovaglie, indumenti e coperte da distribuire ai commilitoni.
Dalle retrovie alla sponda del Don intanto si scavavano trincee per l'attacco determinante
previsto nei primi mesi del '43, ma
l'offensiva sovietica si scatenò l'11 dicembre 1942 divenendo
inarrestabile.
Andrea confidava ad un amico:
Il fondo delle scarpe era in simil cuoio. In parole
povere di cartone. Per riparare i piedi dal gelo i soldati li fasciavano con
strisce tagliate dalla coperta che avevano in dotazione personale.
Il 17 gennaio 1943 giunse l'ordine di ripiegamento del Corpo Alpino; i Bordino
caddero prigionieri il 26 dello stesso mese e con quaranta prigionieri caricati su su un carro bestiame partirono per i campi
siberiani e nell'aprile del '44 dai vari lager superstiti vennero convogliati nei campi di prigionia.
Trascorsa una settimana in cucina col fratello Andrea rifiutò i vantaggi che gli potevano derivare per rimanere con i più sventurati.
Il compagno di prigionia Mario Corino ha testimoniato:
A Pactarol fui colpito da tifo ed isolato nel lazzaretto.
Nessuno toccava gli infetti per paura del contagio.
Di nascosto dalle guardie, a proprio rischio Andrea veniva a girarci per sollevarci un po' le ossa dolenti e le piaghe bluastre.
Mi passava una mano sotto la schiena e l'altra sotto le ginocchia e mi portava di peso al gabinetto.
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Mario Rigoni Stern ha scritto: "Nei momenti estremi di sofferenza fisica, quando la morte agita sopra
di te le sue ali e tutto intorno ti dice che non c'è speranza, ricorri alla preghiera.
O alle maledizioni.
L'ho visto e provato. Chi supera la prova nasce un'altra volta. Ma con coscienza.
Due fratelli in Russia, artiglieri della
Cuneense, nella notte dei morti congelati, si stringono vicini e sopravvivono. Promettono una cappellina alla Consolata. Ma
Andrea, il più giovane, quando ritorna dalla durissima prigionia, fa di più: bussa alla porta del
Cottolengo.
Ha vissuto ogni dolore umano e ora al dolore umano decide di dedicare il resto della sua vita. E' lì, dentro le mura del
Cottolengo, per dare una mano ai più appartati e ai più disgraziati umani.
Ed è nato per la terza
volta"
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Il dott. Chiaffredo Bussi annotava: "Fratel Bordino era l'infermiere a cui si poteva chiedere tutto. Noi medici pretendevamo molto e lui
era sempre disponibile. |
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Ti preparava gli ammalati, li anestetizzava, li seguiva nel decorso post operatorio, facendo tutto quanto gli chiedevi e di più, secondo che la sua esperienza ed il buon senso gli suggerivano.
Se c'era da praticare una trasfusione (in quegli anni la si faceva dal donatore al paziente) Luigi non diceva mai di no.
In trent' anni di collaborazione non ho mai avuto il più piccolo inconveniente".
Un giovane chirurgo ha scritto: "Quando ero
maldestro nel cercare una vena o sbagliavo il ferro da passare al
primario, senza proferire parola egli mi prendeva la mano nella sua ed in
un attimo mi correggeva, senza dare l'impressione di fare lui per non
offendermi.
Con quelle sue enormi mani da contadino riusciva a compiere movimenti
rapidi e precisi. Era sempre in agguato per suggerire qualcosa, per
aiutare o difendere chi si trovasse in difficoltà.
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Nel '75 dopo
venticinque anni di ininterrotto lavoro immagine di robustezza fratel
Luigi da un paio di settimane accusava spossatezza. Delle analisi
confermarono i suoi dubbi: leucemia mieloide, in quegli anni incurabile.
Nelle ultime settimane di vita, per la bocca
piena di cenci necrotici non riusciva più a parlare.
Verso le 12 del 25
agosto 1977 il Signore lo accolse nella sua luce.
Sopravvissuto alla tragedia siberiana fratel Luigi volle donare il resto della sua vita al Cottolengo ed ottenne la
gioia di poter donare le cornee dei propri occhi a due non vedenti. |
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fratel.luigi@libero.it
Offerte in favore della canonizzazione
o
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C/C n. 27242106 intestato a:
Fratelli S.Giuseppe Cottolengo
Via Cottolengo 14 - 10152 TORINO
centralino della Piccola
Casa: 011 5225111
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