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Piero Gilardi e
Tea
Taramino |
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Il
museo civico di Casa Cavassa, a Saluzzo, è un’antica dimora che
racchiude e mostra arcani saperi; un luogo che narra di vicende fissate
nel tempo ma che custodisce anche elementi sempre vitali, come la falda
sotterranea che alimenta il pozzo e talvolta tracima nelle cantine.
Tutto questo è stato come una rivelazione durante le nostre visite
esplorative; in particolare abbiamo sentito il fascino di quell’acqua
celata che scorre, come una remota narrazione, nelle profondità della
casa-museo.
Acqua ...
coinvolgente
fonte simbolica e reale di vita.
Proprio
da questa condivisa fascinazione ha preso origine e si è dispiegata in
noi l’idea seducente di farla riaffiorare, di renderla presente nella
contemporaneità dandole un fluido corpo nelle nostre installazioni.
Acqua
allusa ne “Il Guado”, in “Nereide” “Acquamanile” e in
“Affacciandosi sul profondo”; acqua visibile e toccabile nella sua
consistenza fenomenica in “Trasmutazione delle acque”,
in “Del Sole
e della Luna nel pozzo” e in “Riflessioni”. (...)
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Piero Gilardi e Tea
Taramino |
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Il
tema dominante di tutta la mostra, il Leitmotiv
poetico, è l’acqua.
Acqua che scorre in una falda sotterranea nelle
profonde viscere di Casa Cavassa.
Acqua che compare anche nel simbolo
araldico della famiglia che abitava in questa residenza nobiliare.
Simbolo
costituito da un pesce, un cavedano, rappresentato mentre nuota in un
fiume controcorrente, espressione della volontà tenace di essere liberi e
anticonformisti nonostante tutto.
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Acqua che a livello planetario tra non
molti anni scarseggerà diventando
un problema ecologico, fino al punto da scatenare gravi conflitti bellici
tra le nazioni che se ne contenderanno il possesso, come oggi accade per
il petrolio.
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Partendo
da questo nucleo tematico e poetico, Piero Gilardi e Tea Taramino hanno
costruito un percorso scandito in nove tappe focalizzate su altrettanti
lavori.
Nella tenue oscurità di questi ambienti medievali, illuminati per
secoli soltanto da torce e da candele, sono state inserite delle
sorprendenti installazioni che non violentano l’ovattata e raccolta
atmosfera di questi luoghi misteriosi e un po’ magici, ma la
compenetrano.
Il
percorso si snoda così passo dopo passo, in modo pacato, ma coinvolgente,
invitando il visitatore a scoprire insieme alle opere d’arte
contemporanee di Piero e Tea, gli anditi più segreti e reconditi di Casa
Cavassa.
Così il passato dialoga con un
presente già proiettato verso
il futuro, che è ignoto, ma che i due artisti, in coppia, vogliono
consapevolmente progettare, con l’entusiasmo e la passione del
sentimento che li unisce.
Guido Curto
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L’intervento di Gilardi e Taramino, poetico ed ironico allo stesso
tempo, ci sollecita a visitare il museo nei suoi spazi sotterranei che
hanno riacquistato fruibilità grazie al recente restauro, aiuta a
focalizzare l’attenzione dei visitatori su angoli nascosti ed appartati
dell’edificio, arricchisce di significato gli antichi simboli della
casa: il pesce, l’acqua, la nube grandinifera.
Il Museo Civico Casa
Cavassa - vorrei fugare qualsiasi possibile equivoco - non è un impersonale
contenitore espositivo e non si è convertito all’arte contemporanea.
E’ un Museo che crede
fermamente nella necessità di far dialogare la storia con il presente e
vuol ribadire, in ogni sua manifestazione, che dal dialogo senza
pregiudizi - ma rispettoso e colto - con una collezione di oggetti
antichi, può nascere un laboratorio di idee fertile per il nostro
presente.
E dunque, benvenuti Piero
e Tea!
Elena Pianea
Conservatore
dei Musei Civici
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