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Domenico Olivero |
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Elementi della mia arte, breve intervista di Ornella
Calvetti
Quali sono le motivazioni e gli stimoli del tuo lavoro?
Inizialmente il mio lavoro artistico prendeva
avvio da semplici forme che attraevano la mia attenzione, perciò
disegnavo e dipingevo molto. Codesto modo di vedere la creazione
artistica, col passare del tempo, mi pareva eccessivamente limitativo,
inizia così a capire cosa era per me particolarmente importante.
Incominciai così una riflessione sul mio bisogno di vivere, esigenza
che sento in continuo mutamento, relazionandomi con l'habitat naturale,
per la sua varietà e bellezza, ma soprattutto la convivialità e la
comunicazione con altri esseri umani.
I tuoi campi di riferimento?
La lista sarebbe molto lunga e in continuo
cambiamento.... alcuni nomi che ora mi vengono in mente sono:
nel campo dell'arte contemporanea: Francis Bacon, Bruno Munari,
Joseph Beuys, Christian Boltanski, Louise Bourgeois, Olaf Eliasson, Tom
of Finland, Alberto Giacometti, Martin Kippenberger, Giuseppe Penone,
Georges Rousse, Félix Gonzalez-Torres, James Turell, Bill Viola, Studio
Azzurro e tanti altri che in questo momento non mi vengono in mente.
Fra i periodi storici ricordo la purezza delle incisioni rupestri
delle Valle delle Meraviglie, la forma dell'arte greca, la ricerca del
Rinascimento, la pulizia formale della cultura Ming, e la ridondanza
Mogol. Sempre nel campo della varietà il movimento della Internazionale
Situazionista e del Fluxus, la dinamica della Land Art, la semplicità
della cosiddetta arte Popolare, la fruibilità del web, La pubblicità,
il design, i canali televisivi come Artè e un'altra fonte favolosa di
immagini sono le tante riviste o fanzine che si trovano in giro.
Per la letteratura dedico molto tempo alla poesia, fra amo molto
Giacomo Leopardi e Jacques Prevert, ma seguo anche autori più recenti
come M. Luzi.
Leggo molto per questo è difficile fare una lista, fra quelli che
rileggo con piacere ci sono Italo Calvino, Gianni Rodari, Goethe, Jorge
Luis Borges, W.Whitman, Roland Barthes, E.M. Forester, Krishnamurti e
Robert Walser.
Musica: dalla sonorità incredibile della musica classica con
autori come L.V.Beethoven J.S.Bach, A.Mozart, all'Opera italiana con
G.Verdi, G.Rossini e G.Puccini, per passare poi a É.Satie e C.Debussy
fino alle forme moderne di A.Webern A.Schönberg L.Berio L.Nono, J.Cage
per giungere alle figure di Brian Eno e Phipps Glass contaminando il
tutto dalla varietà della musica Rock, Jazz, Rap e del pop odierno.
Per cinema: Tim Burton, Frank Capra, Peter
Greenaway, Alfred Hitchcock, Fritz Lang, Pier Paolo Pasolini, Luchino
Visconti, Billy Wilder, Federico Fellini, il Neorealismo, il cinema
America degli anni 50, quello francese della Nouvelle Vogue e in parte
quello tedesco degli anni 70, mi affascina molto anche le recenti
produzioni provenienti dal sud est, ma purtroppo le conosco poco.
Nell'architettura sono sempre rimasto affascinato dalla purezza
dell'Architettura Giapponese e dalla funzionalità delle strutture
alpine, dalla bellezza dei lavori di Carlo Scarpa, dalla ricerca di Jean
Nouvell e Renzo Piano e dall'estro di O.Ghery.
Sono affascinato dall'astronomia, dalla sociologia
e dalla matematica. Seguo spesso il teatro e la danza contemporanea
Politicamente mi sento vicino alle posizioni di Greenpeace e Amnesty
International.
Quali tecniche utilizzi? E perché?
Il mio approccio è molto complesso, inizio sempre
da un disegno a matita che poi lentamente può prendere forma di un
quadro o di un'elaborazione spaziale come una scultura o
un'installazione, a volte inserendo dei video di eventuali performance.
In questi ultimi anni mi sono avvicinato al web e quindi ad un mix di
media che mi affascinano molto e che in certi casi trovo particolarmente
utili per esprimermi direttamente con molte persone, al fine di creare
degli incontri, dei dialoghi.
Da cosa nasce un tuo lavoro?
Esso nasce da momenti di emozioni, da come
percepisco il mondo nel mio intimo, dal bisogno di condividere con chi
mi circonda e in certi casi di superare certi disagi o dubbi sul mio
vivere. Quell'esistere di tutti i giorni in cui sono significativi gli
incontri personali, la percezione del presente, la casualità e
l'approssimazione, il nomadismo del viaggiare, i ricordi sospesi e il
presente puro della quotidianità.
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Nato a Cuneo, Domenico Olivero dove vive e lavora.
Presente in diverse collezioni private e nelle collezioni di vari centri
d'arte (Cuneo, Cherasco, Torino, Venezia, Nizza.); ha tenuto numerose
mostre personali, soprattutto in Italia, partecipando anche a diverse
collettive,
Il recente progetto "Resonance" s'iscrive nella continuità
del suo lavoro di ricerca sulla dimensione umana e sulle forme di
comunicazione.
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...nuove idee, simboli, tecniche,
per continuare ad evolversi in territori indefiniti, trascurando i
traguardi sicuri che ciò che conta è mutarsi abbandonando le
situazioni statiche, dove tutto è, dalla preistoria al nostro presente,
unito al domani, senza confini e dimensioni in una ricerca di nuovi
rapporti diretti fra forme e linguaggi al fine di aprire la propria
mente. Sentirsi essere vivente su un pianeta, dove volutamente si
dimenticano le radici, intese come nazionalismi, elementi di divisione,
ma riprese come patrimonio globale, rendendosi conto che ogni cosa è un
modo di esprimere il proprio esistere, in una ricerca continua di
comunicazione con altri esseri umani con sguardo libero in un rapporto
diretto con la realtà, con tracce di vite ...
(Domenico Olivero 1993)
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