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Raymond Carver

S E G N A L I   ~ Ed.Garzanti



La prima delle follie in programma per la serata era una puntata da Aldo, un ristorante elegante, aperto da poco, parecchie miglia a nord. Wayne e Caroline attraversarono un minuscolo giardino protetto da muri e adorno di piccole statue, e vennero accolti da un uomo alto e brizzolato in abito scuro che disse: "Buonasera, signore. Signora", e spalancò la porta pesante davanti a loro.

All'interno, Aldo in persona mostrò loro la voliera - un pavone, una coppia di fagiani dorati, un fagiano cinese, e una quantità di altri uccelli non meglio identificati che
svolazzavano intorno o se ne stavano appollaiati. Aldo in persona li accompagnò a un tavolo, scostò la sedia per Caroline, poi si girò verso Wayne e disse: "Una signora deliziosa", prima di allontanarsi - un ometto scuro, impeccabile, con un leggero accento straniero.

Wayne e Caroline accolsero compiaciuti quel trattamento di favore.

"Ho letto sul giornale", disse Wayne, "che uno zio di Aldo occupa un posto di responsabilità in Vaticano. Ecco perché è riuscito ad avere le copie di alcuni di questi quadri". Wayne indicò con un cenno della testa la riproduzione di un Velàzquez sulla parete più vicina. "Uno zio in Vaticano", disse Wayne.
"Era maitre al Copacabana di Rio", disse Caroline. "Conosceva Frank Sinatra, e Lana Turner era una sua buona amica".

"Davvero?", disse Wayne. "Non lo sapevo. Ho letto da qualche parte che ha lavorato al Victoria Hotel in Svizzera e in un grande albergo di Parigi. Non sapevo del Copacabana di Rio".
Caroline spostò leggermente la borsetta quando il cameriere venne a portare i calici pesanti. Versò l'acqua, poi andò a mettersi dalla parte di Wayne.
"Hai visto il vestito che indossava?", disse Wayne."Se ne vedono pochi, di vestiti come quello. Vestiti da trecento dollari". Prese su il menu. Dopo un po' disse: "Be', tu cosa prendi ?".
"Non so", disse lei. "Non ho ancora deciso. E tu?".
"Non so", disse lui. "Non ho deciso nemmeno io".
"Che ne diresti di uno di questi piatti francesi, Wayne? Oppure, guarda qui. Che te ne pare?". Indicò col dito un punto del menu, poi socchiuse gli occhi e guardò Wayne cercare di decifrare il linguaggio, arricciare le labbra, aggrottare la fronte, scuotere la testa.
"Non so", disse Wayne. "Mi piacerebbe sapere quello che ordino. Ma non riesco a capire bene".
Il cameriere ritornò con blocchetto e matita e disse qualcosa che Wayne non riuscì a capire bene.
"Non abbiamo ancora deciso", disse Wayne. Scosse la testa, mentre il cameriere continuava a restare lì impalato di fianco al tavolo. "Le farò un segnale, quando saremo pronti".

"Credo che prenderò una bistecca, semplicemente. Tu ordina pure quello che vuoi, però", disse Wayne a Caroline quando il cameriere se ne fu andato. Chiuse il menu e alzò il calice. Sopra le voci in sordina provenienti dagli altri tavoli Wayne riuscì a sentire il gorgheggio di uno degli uccelli della voliera. Vide Aldo salutare quattro clienti appena arrivati, scambiare con loro qualche parola sorridendo, annuendo, mentre li accompagnava a un tavolo.
"Avrebbero potuto darci un tavolo migliore", disse Wayne.
"Qui in mezzo alla sala tutti ci passano vicino e ci guardano mangiare. Avrebbero potuto darci un tavolo contro la parete. O laggiù vicino alla fontana".
"Credo che prenderò il filetto", disse Caroline.
Continuava a guardare il menu. Wayne tirò fuori una sigaretta, la accese, poi si guardò intorno, diede un'occhiata agli altri clienti. Caroline continuava a tenere gli occhi fissi sul menu.
"Be', Dio mio, se hai deciso di ordinare il filetto, chiudi il menu così lui verrà a prendere l'ordine". Wayne alzò il braccio per richiamare l'attenzione del cameriere, che aspettava in fondo alla sala chiacchierando con un altro cameriere.
"Non ha altro da fare che chiacchierare con gli altri camerieri", disse Wayne.
"Sta arrivando", disse Caroline.
"Signore?". Il cameriere era un ometto smilzo con la faccia butterata che portava un vestito nero un po' largo e una cravatta a farfalla nera.
"... E una bottiglia di champagne, direi. Piccola. Champagne, direi, americano".
"Bene, signore", disse il cameriere.
"Ce lo porti subito, lo champagne. Prima dell'insalata o degli antipasti", disse Wayne.
"Oh,no, porti anche gli antipasti", disse Caroline. "Per favore".
"Bene, signora", disse il cameriere.

"Tutta gente disonesta", disse Wayne. "Ricordi quel tizio di nome Bruno che lavorava in ufficio durante la settimana e come cameriere il sabato e la domenica? Fred lo beccò a rubare dalla cassa. Lo licenziammo in tronco".
"Parliamo di qualcosa di più gradevole", disse Cardine.
"Va bene, certo", disse Wayne.
Il cameriere versò un po' di champagne nel bicchiere di Wayne, e Wayne prese su il bicchiere, assaggiò il vino, e disse, "Bene, può andare". Poi disse: "Alla tua, piccola", e alzò il bicchiere. "Buon compleanno".
Brindarono.
"Mi piace io champagne", disse Caroline.
"Mi piace lo champagne", disse Wayne.
"Avremmo potuto ordinare una bottiglia di Lancer", disse Caroline.
"E perché non l'hai detto prima, se era quello che volevi?", disse Wayne.
"Non so", disse Caroline. "Non ci ho pensato. Ma questo è buonissimo, comunque".
"Non conosco bene le varie marche. Non ho difficoltà ad ammettere di non essere un vero... connoisseur. Non ho difficoltà ad ammettere di essere una persona dai gusti semplici". Rise, e cercò di guardare Caroline negli occhi, ma lei era occupata a scegliere un'oliva dal piatto degli antipasti."Non come la gente con cui vai in giro da un po' di tempo. Ma se volevi una bottiglia di Lancer", continuò, "avresti potuto ordinaria".
"Oh, sta' zitto!", disse lei. "Non possiamo parlare di qualcos'altro?". Lo guardò negli occhi, e lui fu costretto a distogliere i suoi. Spostò i piedi sotto il tavolo.

Lui disse: "Vuoi dell'altro champagne, tesoro?". "Sì, grazie", disse lei, piano.
"Alla nostra", disse lui.
"Alla nostra, tesoro", disse lei.
Si guardarono negli occhi, mentre bevevano. "Dovremmo farlo più spesso", disse lui.
Lei annui.
"È bello uscire una volta ogni tanto. Se vuoi, mi sforzerò di migliorare".
Lei tese la mano verso un gambo di sedano. "Sta a te decidere".
"Non è vero! Non sono io quello che... che...".
"Che cosa?", disse lei.
"Non mi importa niente di quello che fai", disse lui, abbassando gli occhi.
"Davvero?".
"Non so perché l'ho detto", disse lui.

Il cameriere arrivò con la minestra, portò via la bottiglia e i bicchieri del vino e riempì i calici d'acqua.
"Potrei avere un cucchiaio?", chiese Wayne.
"Signore?".
"Un cucchiaio", ripeté Wayne.
Il cameriere assunse un'aria stupefatta, poi perplessa. Girò gli occhi sugli altri tavoli. Wayne fece il gesto di prender su la minestra col cucchiaio. Aldo si materializzò accanto al tavolo.
"Tutto bene? Qualcosa non va?".
"Pare che a mio marito manchi il cucchiaio", disse Caroline. "Mi dispiace per il disturbo", disse.
"Ma certamente. Une cuiller, s'il vous plait", disse Aldo al cameriere con voce uniforme. Guardò Wayne, poi spiegò a Caroline. "Questa è la prima serata di lavoro, per Paul. Parla pochissimo inglese, ma sono certo che sarete d'accordo con me nel ritenerlo un ottimo cameriere. Il ragazzo che ha apparecchiato ha dimenticato il cucchiaio". Aldo sorrise. "Senza dubbio Paul è stato colto di sorpresa".
"Questo posto mi piace molto", disse Caroline.
"Grazie", disse Aldo. "Sono felicissimo che siate potuti venire stasera. Vi piacerebbe visitare la cantina e le salette private?".
"Molto", disse Caroline.
"Quando avrete finito di cenare, vi farò accompagnare da qualcuno", disse Aldo.
"Una bellissima idea", disse Caroline.
Aldo fece un piccolo inchino e guardò di nuovo Wayne. "Spero che la cena sia di vostro gradimento", disse a entrambi.
"Quell'idiota", disse Wayne.
"Chi ?", disse lei. "Di chi stai parlando?", disse, mettendo giù il cucchiaio.
"Del cameriere", disse Wayne. "Il cameriere. L'ultimo arrivato è il più idiota, e doveva toccare proprio a noi".
"Mangia la tua minestra", disse lei. "Non fare scenate".
Wayne si accese una sigaretta. Il cameriere arrivò con l'insalata e portò via le scodelle della minestra.
Quando arrivarono la bistecca e il filetto, Wayne disse:
"Beh,cosa mi dici? Credi che sia possibile fare un altro tentativo?". Abbassò gli occhi e si sistemò il tovagliolo in grembo.
"Forse", disse lei. "È sempre possibile fare un altro tentativo".
"Questa non è una risposta", disse lui. "Sei capace di darmi una risposta chiara, per una volta?".
"Non trattarmi in questo modo", disse lei.
"Ti sto solo chiedendo", disse lui, "di darmi una risposta chiara".
Lei disse: "Vuoi che la firmi col sangue?".
Lui disse: "Non sarebbe poi una cattiva idea".
Lei disse:"Adesso ascoltami! Ti ho dato gli anni migliori della mia vita. Gli anni migliori della mia vita!".
"Gli anni migliori della tua vita?", disse lui.
"Ho trentasei anni", disse lei. "Trentasette, stasera. Stasera, adesso, in questo istante, non posso proprio dirti cos'ho intenzione di fare, mi dispiace. Dovrò pensarci", disse.
"Non mi importa di quello che fai", disse lui.
"Davvero?".
Lui sbattè la forchetta sul piatto e il tovagliolo sul tavolo.
"Hai finito?", gli chiese lei in tono affabile. "Prendiamo un dolce e il caffè. Un bel dolce è quello che ci vuole. Ma che sia buonissimo".
Aveva mangiato tutto quello che aveva nel piatto.
"Due caffè", disse Wayne al cameriere. Guardò Caroline, poi di nuovo il cameriere. "Che dolci avete?", disse.
"Signore?", disse il cameriere. "Dolci!", disse Wayne.
Il cameriere guardò Caroline, poi Wayne.
"Niente dolce", disse Caroline. "Lasciamo perdere il dolce". "Mousse al cioccolato", disse il cameriere. "Sorbetto all'arancio", disse il cameriere. Sorrise, mostrando i denti guasti. "Signore?".
"E non voglio nemmeno sentir parlare delle cantine e delle salette private", disse Wayne quando il cameriere si fu allontanato.

Quando si alzarono da tavola, Wayne mise un biglietto da un dollaro vicino alla tazza del caffè. Caroline prese due biglietti da un dollaro dalla borsetta, li lisciò, e li mise vicino a quello di Wayne, tre biglietti in fila.
Aspettò che Wayne pagasse il conto. Con la coda dell'occhio, Wayne vedeva Aldo in piedi vicino alla porta: stava buttando del mangime dentro la voliera. Aldo guardò nella loro direzione, sorrise, e continuò a lasciar cadere i semi tra le dita con gli uccelli che gli si raccoglievano davanti. Poi si sfregò le mani con un gesto vivace e si diresse verso Wayne, che distolse gli occhi, che si girò leggermente ma inequivocabilmente dall'altra parte. Ma quando tornò a voltarsi, vide Aldo prendere la mano tesa di Caroline, unire i tacchi con una mossa elegante, baciare il polso di Caroline.
"La signora è contenta della cena?", disse Aldo. "Contentissima", disse Caroline.
"Ritornerete, qualche volta?", disse Aldo.
"Io tornerò certamente", disse Caroline. "Tutte le volte che potrò. La prossima volta magari le chiederò il permesso di visitare le cantine e il resto, perché ora, purtroppo, dobbiamo proprio andare".
"Carissima signora", disse Aldo. "Ho qualcosa per lei. Un momento solo, la prego". Tese la mano verso un vaso su un tavolo vicino alla porta, e porse una rosa dal gambo lungo a Caroline con gesto aggraziato.
"Per lei, carissima signora", disse Aldo. "Ma stia attenta, mi raccomando. Le spine. Una signora proprio deliziosa", disse a Wayne, gli sorrise, e si girò a ricevere un'altra coppia.
Caroline non si mosse.
"Andiamocene da questo posto", disse Wayne.
"Si capisce benissimo che sia amico di Lana Turner", disse Caroline. Teneva in mano la rosa, e la rigirava tra le dita.
"Buonanotte!", disse alla schiena girata di Aldo. Ma Aldo era occupato a scegliere un'altra rosa. "Sono sicuro che non l'ha mai nemmeno conosciuta", disse Wayne.

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