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La CROCE tra i RETICOLATI
(vicende di prigionia) |
è un diario
di sessanta pagine
che racconta
il dolore e gli stenti
dei lavoratori coatti
per il terzo Reich.
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L'autore - Don Giuseppe Barbero cappellano
militare - fu fatto prigioniero a Parga in Grecia all'indomani
dell'Armistizio e dopo un viaggio di 400 km a piedi attraverso
l'Albania, la Macedonia, ai confini di Bulgaria e Ungheria giunge in
Germania. Verso la fine del '43 viene smistato in Westfalia e qui fino al 7
maggio 1945 avrà il compito dell'assistenza religiosa in ben 20
campi di lavoro situati nelle vicinanze di Hagen.
Nel suo diario appunta quanto riesce a scoprire degli italiani
(quasi 400) che assiste nelle ultime ore della loro vita. |
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A metà settembre 2001 il comune di Centallo
(Cuneo) di cui fu parroco ha celebrato il gemellaggio proprio con
Hagen . Una delegazione ufficiale ha presentato la traduzione
tedesca del libretto. |
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Dal mio diario. -
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7 gennaio 1944: assisto oggi il primo di tutta una lunghissima serie di Italiani morti di fame. E’ notte, fredda e nuvolosa.
Arriva un carretto, spinto da due italiani; sopra vi è il povero Giovanni Davanzo, privo di sensi.
E' di una magrezza spaventosa, una sola camicia ricopre quel corpo consunto dalla fame, dal lavoro, e dalle bastonate, mentre schiere di pidocchi la fanno da padroni indisturbati.
Chi non ha conosciuto questi inquilini in prigionia?Arriva dal disgraziato campo di lavoro N. 338 di Kabel, dove tiranneggiano due soldati tedeschi esaltati oltre ogni dire.
Da più giorni il povero Davanzo non si reggeva in piedi, la febbre lo divorava, ma doveva continuare a lavorare sotto i colpi di frusta, finché cadde sfinito sul lavoro.
Muore dopo poco tempo fra le mie braccia senza più riacquistare i sensi.
Una settimana dopo la stessa sorte tocca a Buchicchio Raniero, poi a Mecca Pietro; il mortorio potrebbe continuare a lungo.
In questo medesimo campo, alcune settimane più tardi, assisto un altro italiano a morire.
I due forsennati tedeschi trovano nel portafoglio del morto un biglietto da due lire. Mi mandano a chiamare. "Un delitto. Tutto il denaro doveva esser consegnato".
Se non mettevo una buona parola, avrebbero ancora sfregiato il cadavere.
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CENTALLO VIVA
Via Piave 18 B
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