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Chi si ricorda più del genocidio
degli armeni?
A.Hitler (agosto 1939)
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Armin Teophile Wegner |
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Mi hanno raccontato - scriveva
A.T.Wegner -
che Gemal Pascià, il carnefice siriano, ha proibito, pena la morte, di scattare fotografie nei campi profughi.
Io conservo le immagini di terrore e di accusa legate sotto la mia cintura...
So di commettere in questo modo un atto di alto tradimento, e tuttavia la consapevolezza di aver contribuito per una piccola parte ad aiutare questi poveretti mi riempie di gioia più di qualsiasi cosa abbia
fatto.
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Wegner aiutò moltissimo gli armeni.
Riuscì a far pervenire materiale fotografico in Germania e negli Stati Uniti.
E ancora oggi le sue foto sono tra le testimonianze storiche più preziose di quanto avvenne in quel periodo. |
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Tra maggio e luglio 1915 tutti gli armeni delle province (vilayet) orientali, cioè circa 1.200.000 persone, furono deportati , sradicati dalle loro terre d'origine e messi in marcia, a piedi, su strade montagnose - spesso inagibili e pericolose - avviati verso Aleppo, e da qui verso il deserto della Mesopotamia, dove infine la maggior parte trovò la morte.
<<Degli strilloni proclamavano nelle vie dei villaggi e delle città che tutti gli armeni dovevano tenersi pronti a partire a una certa ora verso una destinazione sconosciuta.
Non venivano fatte eccezioni né per gli anziani né per i malati né per le donne incinte.
Solo i ricchi negozianti, i banchieri, le ragazze e i ragazzi potevano salvarsi convertendosi all'islàm.
Sia detto a loro onore: soltanto un numero minimo di persone approfittò di questa concessione per avere salva la vita>>
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Deportati armeni giungono ad Aleppo, in Siria
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Quelli che tentavano di fuggire erano inseguiti e uccisi, così pure i malati e quelli che cadevano a terra per la stanchezza e la fame.
<<I malati e i vecchi, nonché i bambini, cadevano lungo la strada per non più rialzarsi.
Delle donne sul punto di partorire, erano obbligate sotto la minaccia delle baionette o della frusta d'andare avanti fino al momento del parto, poi venivano abbandonate sulla strada per morirvi d'emorragia.
Le ragazze più attraenti venivano ripetutamente violentate.
E quelle che potevano si suicidavano.
Delle madri divenute folli gettavano i loro figli nel fiume per porre fine alla loro sofferenza.
Centinaia di migliaia di donne e di bambini soccombevano a causa della fame, della
sete...>>
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H.A.GIBBONS, Les Derniers
Massacres d'Arménie, Paris, Berger - Levrault, 1916,15. |
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